L’abbiamo imparato a conoscere con la vicenda di Fukushima, ma c’è il rischio di conoscerlo ancor meglio sulla nostra pelle: tracce di iodio-131, materiale radioattivo che scaturisce dalle centrali nucleari, sono state rilevate in tutt’Europa nelle ultime due settimane. Lo hanno rilevato gli esperti dell’Agenzia Energia Atomica Europea (AIEA), i quali però brancolano nel buio dato che non sanno come mai questo materiale sia presente sulle nostre terre.
Lo iodio-131 è un sottoprodotto delle reazioni di fissione nucleare che avvengono nei reattori nucleari. Si tratta, com’è facile intendere, di radiazioni pericolose visto che possono provocare il cancro se assorbite dal corpo umano in quantità sufficientemente elevate. Secondo quanto riferito alla Reuters nei giorni scorsi, la quantità di iodio-131 rilevata in Europa sarebbe “anormalmente elevata”, ma ancora al di sotto del pericolo per la salute. Le prime rilevazioni sono state effettuate alla fine di ottobre in Repubblica ceca. Da allora sono state effettuate in tutto il Continente e sono state trovate quasi ovunque.
Secondo il Ministro dell’Ambiente austriaco si tratterebbe di radiazioni pari ad un quarantamillesimo di quelle che sono attualmente presenti nell’oceano nei pressi di Fukushima, ma di certo non ne siamo tranquillizzati. Anche se non c’è emergenza, l’AIEA ha aperto la “caccia” alla fonte di questo prodotto della fissione nucleare, anche se l’ipotesi più accreditata è che si tratti delle emissioni di Fukushima che, per un gioco di correnti, hanno raggiunto l’altra parte del mondo. Ad ogni modo le autorità tendono a tranquillizzare la popolazione visto che lo iodio-131 decade rapidamente, con un tempo di dimezzamento di soli otto giorni. Non sarebbe un problema dunque se arrivasse dal Giappone. E se non fosse così?
Paddy Regan, docente di fisica nucleare presso l’Università del Surrey in Gran Bretagna, ha detto alla Reuters che lo iodio potrebbe essere fuoriuscito da un impianto di produzione di radiofarmaci o potrebbe essere scaturito da un ospedale, dunque in questo caso lo iodio-131 ha tutto il tempo per “contagiare” altre persone.
[Fonte: Livescience]