La Gran Bretagna ha rischiato di avere la sua Fukushima, ed i suoi cittadini non ne hanno saputo nulla. Secondo un rapporto riservato spuntato fuori solo oggi, in seguito al disastro nucleare giapponese, pare che sull’isola di sua maestà negli ultimi tre mesi ci siano stati altrettanti incidenti a diverse centrali, i quali sono stati accuratamente insabbiati dai responsabili politici per evitare un’insurrezione anti-nucleare simile a quella accaduta in Germania che ha costretto il Governo ad avviare un piano per l’uscita dall’atomo.
In particolare il primo dei tre incidenti sarebbe avvenuto a febbraio nella città di Sellafield, ad un centinaio di chilometri da Liverpool, in cui si è avuta una perdita di liquido radioattivo con un livello di plutonio, che sarebbe potuto entrare in contatto con le persone, di 5 volte superiore al normale. Per fortuna i lavoratori se ne sono accorti in tempo, prima che fuoriuscisse dalla centrale e finisse con il contaminare l’ambiente.
Il secondo è avvenuto nemmeno un mese dopo a Torness, in Scozia, a meno di 200 km da Edimburgo, dove stavolta il liquido radioattivo è riuscito a sfuggire al controllo umano ed è andato a contaminare le falde acquifere con trizio radioattivo fuoriuscito non da uno, ma da addirittura due condotti, e su cui non ci sono notizie sulla quantità di contaminazione.
Ma è il terzo incidente quello potenzialmente più pericoloso, peraltro avvenuto ad Hartlepool, uno dei centri industriali più grandi, e dunque a più alta densità della Gran Bretagna, a 10 km da Middlesbrough. Stavolta si è trattato del famoso sistema di raffreddamento, quello che, per intenderci, da oltre un mese i tecnici giapponesi non riescono a riavviare a Fukushima, con il rischio che surriscaldi la centrale e provochi un’esplosione. Quello che è accaduto in Inghilterra è stato un problema ad una valvola difettosa (che fa capire l’efficienza e la sicurezza delle centrali nucleari), che ha praticamente messo fuori uso per diverse ore il sistema di raffredamento. Ed è solo grazie alla solerzia e alla preparazione dei tecnici che si è evitata una catastrofe la quale, a pochi giorni da quella giapponese, sarebbe stata davvero troppo.
Ma non finisce qui. Secondo il rapporto dell’Office for Nuclear Regulation, debitamente nascosto dal ministro dell’energia Chris Huhne, da quello dell’ambiente Caroline Spelman e dal Primo Ministro scozzese Alex Salmond, ce ne potrebbe essere addirittura un quarto, su cui ancora si stanno facendo dei rilevamenti e di cui si sa poco. A questo punto il sospetto che gli incidenti nucleari siano molti di più di quelli che conosciamo aumenta, e chissà quante volte siamo stati vicini ad un disastro, senza che ne sapessimo nulla.
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[Fonte: il Fatto Quotidiano]
ILPORTICO 26 Aprile 2011 il 1:02 pm
Due centrali nucleari attive a Roma. Due reattori riattivati sei mesi fa nel silenzio stampa generale, all’interno del Centro ENEA di Casaccia per effettuare test ed esperimenti sul nucleare a carattere nazionale.
Sperimentazione o meno, vi segnaliamo che nel maggio 2006 furono contaminati da plutonio sei tecnici. Ed altri quattro inci……denti sono avvenuti nel 2007. Quanti ancora dovranno accaderne perchè i reattori chiudano? O se ne dia informazione ala popolazione? Se sono stati contaminati i tecnici significa che non sono stati assicurati gli standard di sicurezza e nulla vieta che la contaminazione non possa essere avvenuta anche nell’ambiente circostante.
Paola Pagliaro 26 Aprile 2011 il 9:11 pm
chiamamoli incidenti poi, è il bambino che gioca con giocattoli più grandi e si fa male… incoscienza…
Vito Volpicella 27 Aprile 2011 il 4:28 am
Ai signori che vogliono le centrali, 1°: Loro non devono abitare 10.000 km. di distanza. 2°. Non devono avere la possibilità economica di potersi allontanare istantaneamente dal luogo. E facile parlare, e non subire mai niente. Con amore e con democrazia Peter Pan
Riposoeterno 27 Aprile 2011 il 8:16 am
E’ TUTTO UN MAGNA MAGNA state calmi! tanto non ce ne sarà per tutti.