In Italia, per fortuna, abbiamo detto no al nucleare, probabilmente per sempre. Ma questo non significa che siamo al sicuro. Una recente ricerca condotta da Declan Butler e pubblicata su Nature, ma riportata in modo più semplificato ed evidente da Greenpeace, ha messo in luce in una mappa interattiva l’ubicazione e la pericolosità delle centrali nucleari. Considerando soltanto quelle che possono interessarci più da vicino, notiamo che in Europa sono 437 quelle attive, senza contare quelle che sono in costruzione. Si tratta così di 437 potenziali bombe atomiche che potrebbero radere al suolo il Vecchio Continente.
Per quanto riguarda l’Italia, non siamo esenti da pericoli, anche se questi, in caso di incidente, sarebbero limitati soltanto ad alcune aree dell’estremo Nord, e sarebbero mitigati dall’azione “protettiva” delle Alpi. Il pericolo per l’Italia deriva da 6 o 7 centrali, quattro francesi e tre svizzere, costruite tutte intorno alla Liguria, Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta.
Per comprendere meglio la situazione, è possibile visitare la mappa sul sito ufficiale e cliccare su ognuna delle centrali. Comparirà un pop-up con indicati il nome, il numero di reattori, da quanto tempo è in servizio (dettaglio non da poco visto che più sono vecchie e più sono pericolose), il tipo di reattore, quanta elettricità produce e soprattutto il numero di persone che rischierebbero la vita tutto intorno alla centrale, a seconda della distanza a meno di trenta chilometri, 75 km, 150 e 300 km.
Un esempio? La centrale di Bugey, in Francia, è a soli 240 km da Torino. Questa centrale, costruita 32 anni fa, in caso di esplosione metterebbe a rischio circa 31 milioni di persone che vivono nel raggio di 300 km, di cui molte anche italiane. Quella di Muehleberg, in Svizzera, ha più di quarant’anni ed è a circa 300 km dal confine italiano, circa 360 km da Milano, ed in caso di incidente metterebbe in pericolo quasi 49 milioni di persone. E non è nulla visto che queste sono state costruite in luoghi non molto abitati vicino alle montagne. Pensate ad esempio se ci fosse un incidente alla centrale di Cattenom, in Francia, nel cuore dell’Europa, che metterebbe a rischio 80 milioni di persone! Come titola il lavoro di Greenpeace: “Sei a rischio?”, probabilmente sì, almeno finché non verrà chiusa anche l’ultima centrale.
[Fonte: Greenpeace]
Photo Credits | Thinkstock
Cloubu 4 Marzo 2012 il 2:53 pm
Secondo me è tutto allarmismo ingiustificato…
Denice 1 Marzo 2017 il 2:14 am
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