In seguito al disastro di Fukushima l’Europa ha indetto una serie di stress test su tutti gli impianti nucleari del Vecchio Continente. Si tratta di una serie di valutazioni tecniche e strategiche su come e quanto una centrale può resistere a condizioni estreme (come può essere un terremoto), e sulle strategie da adottare in caso di incidente. Sin dalle prime valutazioni si è capito che quasi tutte le centrali europee non avevano sistemi di sicurezza sufficienti, ma l’ultima valutazione effettuata da Greenpeace si può definire piuttosto allarmante.
L’associazione ambientalista tiene a precisare che le sue valutazioni per ora sono parziali visto che i suoi specialisti sono riusciti a controllare i rapporti dei supervisori, ma solo la metà di quelli degli operatori, e che per avere un quadro più completo bisognerà attendere il 2012. Ma in ogni caso, se già ora le lacune sembrano “allarmanti”, le prospettive future non sono in grado di farci dormire sonni tranquilli.
Le centrali nucleari hanno dovuto fare un rapporto preliminare di valutazione il 15 agosto scorso e non hanno risposto a tutte le nostre domande, hanno semplicemente dato un’indicazione. Non parliamo di risultati di oggi, ma provvisori e di agosto. […] Aspettiamo il rapporto conclusivo delle autorità nazionali alla fine dell’anno. Poi segue una terza fase, quella della cosiddetta “peer review”, in cui gli esperti di altre autorità nazionali controlleranno i rapporti di altri Paesi: se constatano che ci sono elementi che mancano o ci sono dubbi possono andare a visitare la centrale nucleare o domandare documenti mancanti. Solo dopo questa valutazione la Commissione Ue pubblicherà il rapporto finale, a giugno del 2012
ha affermato Marlene Holzner, portavoce del commissario Ue all’Energia, Gunther Oettinger. Ma anche se siamo ancora in fase preliminare, i 134 reattori Ue sono preoccupanti. Ci sono alcune mancanze, persino alcuni “buchi”, come li ha definiti Greenpeace, in particolar modo nelle strategie di evacuazione delle città in caso di incidente, praticamente inesistenti. Eppure, visto quello che è accaduto in Giappone, dovrebbe essere la prima contromisura da prendere per evitare che qualche piccolo problema si trasformi in una tragedia. A tutto questo si aggiunge l’età dei reattori, che ormai sono vecchi e insicuri, che aggravano ulteriormente la situazione.
Fukushima ci ha insegnato a pensare l’impensabile e questi test hanno costretto i direttori delle centrali a farlo. Ma la conclusione è che ci sono ancora importanti lacune
dichiara Greenpeace.
Cloubu 29 Ottobre 2011 il 1:08 pm
Allarmismo…