Le tante proteste seguite al dopo-Fukushima avevano portato in un primo momento la Gran Bretagna a ripensare alla propria politica nucleare. Una volta che si sono calmate le acque però, ecco che sono state annunciate 10 nuove centrali. Di nuovo la gente è scesa in piazza per protestare, ma per calmare gli animi i responsabili della politica energetica avevano affermato che queste centrali servivano per rimpiazzare le centrali vecchie che non erano molto sicure. Entro 10 anni le vecchie centrali dovevano chiudere, ma ecco che nei giorni scorsi, quasi di nascosto, il Governo ha deciso di prolungare la loro vita utile.
Ancora una volta, come accaduto anche in Italia prima del referendum, c’è lo zampino della EDF, la principale azienda nucleare del mondo che ha il monopolio in Francia e vuole acquisirlo anche nel resto d’Europa. Con un’operazione di partership la EDF è riuscita ad ottenere la promessa che se le 8 centrali che avrebbero dovuto chiudere dovessero passare i test di sicurezza, la loro vita utile verrà prolungata. E siamo sicuri che i test in qualche modo verranno superati.
Qualche settimana fa il Governo aveva annunciato un piano di aiuti per l’industria energetica da 110 miliardi di sterline da investire nel nucleare, nelle rinnovabili e nelle tecnologie di stoccaggio della CO2. Purtroppo i più veloci sono stati proprio i francesi della EDF che hanno presentato il piano di rinnovamento dei reattori Hinkley B nel Somerset e Hunterston B nell’Ayrshire che avrebbero dovuto chiudere nel 2016. Queste e le altre centrali a rischio verranno così tenute aperte per almeno altri 7 anni dopo la data di chiusura annunciata.
Almeno qualcosa di positivo in tutto questo c’è, e cioè che saranno tassate, con un sistema di aumenti delle tariffe, le centrali che producono molto inquinamento, come quelle a carbone. L’intento finale è di farle chiudere, oppure di fargli sviluppare tecnologie che ne riducano le emissioni. Certo, se poi a sostituirle anziché le rinnovabili ci sarà il nucleare, non sembra si sia fatto un grosso passo in avanti.
[Fonte: The Guardian]
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