Il popolo britannico vorrebbe dire basta al nucleare, e con una serie di proteste nei mesi scorsi ha di fatto bloccato la costruzione di una nuova centrale. Ma a differenza della Germania, della Svizzera e del Giappone, la Gran Bretagna è lontana dal dire addio a questa forma energetica. A confermare questo sospetto c’è un accordo tra i rappresentanti di Governo e le loro controparti cinesi per la costruzione di una nuova centrale atomica sul suolo britannico. E purtroppo non solo quella.
Si tratta, hanno definito i protagonisti, di una collaborazione “senza precedenti”, e si baserà sostanzialmente su quello che è stato definito il “nuovo nucleare” o dalle nostre parti il “nucleare sicuro”. Quello che sappiamo non esiste e non esisterà mai. Tale accordo è stato fortemente voluto dal Dipartimento di Energia e cambiamenti climatici che crede di poter risolvere il problema delle emissioni di CO2 dell’isola con il nucleare anziché con le rinnovabili.
L’accordo inoltre arriva all’indomani dell’allontanamento dalle varie partnership della Germania e della Francia, la prima perché ha annunciato l’addio definitivo a questa fonte energetica, la seconda perché ha già diversi problemi interni e con la partership finlandese per la centrale di Olkiluoto. Perciò non può più provvedere anche al mercato del nucleare in una nazione in cui la popolazione è chiaramente avversa.
Ma si sa che se c’è un Paese a cui non interessa l’opinione della popolazione, questo è proprio la Cina. Il colosso asiatico avrebbe già individuato il luogo deputato a fornire giacimenti di uranio per i lavori futuri, e si tratterebbe delle cave nel povero Tibet che non ha la forza di ribellarsi. In parte quell’area è già stata sfruttata e gli osservatori internazionali hanno denunciato forti impatti ambientali proprio collegati all’estrazione della materia prima. A preoccupare i britannici, oltre alle intenzioni di investire ancora in questa fonte energetica, c’è anche che la Cina è stata piazzata al 29° posto su 32 nazioni per quanto riguarda la sicurezza nucleare e la trasparenza dei materiali nella classifica del Nuclear Materials Security Index. E dato che con il nucleare non si scherza, le preoccupazioni in Occidente sono molto più elevate di quelle che i cinesi hanno in casa. Vedremo come reagirà la popolazione alla posa della prima pietra.
[Fonte: The Guardian]
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