La notizia era nell’aria da tempo, e dopo aver valutato i costi e gli svantaggi, alla fine il Primo Ministro giapponese è stato categorico: entro il 2040 in Giappone non ci dovrà più essere un solo watt di energia prodotto dalle centrali nucleari. E’ proprio il caso di dire che il Paese del Sol Levante è rimasto “scottato” dall’incidente di Fukushima che ha reso invivibile ed inutilizzabile un’area enorme intorno alla centrale, con un raggio di decine di chilometri. Le proteste hanno avuto effetto ed alla fine i politici hanno ceduto.
Anche se il limite è stato posto al 2040, non è detto che si aspetterà quella data per prendere provvedimenti. Anzi, il primo è già stato preso: divieto di costruzione di qualsiasi altra centrale nucleare. Alcuni progetti infatti si sono fermati dopo il marzo del 2011, ed ora sicuramente non verranno più ripresi. Per uscire dall’atomo inoltre si è deciso che il tempo massimo di vita di una centrale sarà 40 anni, superati i quali dovrà essere necessariamente spenta; ed infine tutte le centrali attualmente spente (oltre il 90%), saranno riavviate soltanto se supereranno “a pieni voti” tutti i test di sicurezza.
La protesta in Giappone è stata forte dopo Fukushima. Dal mese successivo alla tragedia il popolo si è organizzato ed ha manifestato puntualmente una volta a settimana a Tokyo e nelle principali città nipponiche. La protesta non è andata scemando col tempo ma si è allargata, tanto che ogni volta le persone che scendevano in strada erano sempre di più e ne arrivavano altre da altre parti del mondo. Alla fine, dopo mesi di manifestazioni, il Governo ha ceduto.
Non sarebbe però una novità per il Paese. Già alcuni mesi fa vi avevamo documentato come il Giappone sia rimasto per circa un mese con tutte le centrali spente, e nonostante si fosse in estate con i condizionatori al massimo, non c’è stato il black-out preventivato. Per attuare questa politica di denuclearizzazione si punterà sulla stessa strategia attuata nei mesi scorsi, e cioè importare energia dall’estero e puntare su gas e carbone, ma sul lungo termine si punterà sulle rinnovabili. Già da un po’ il Governo ha spostato i finanziamenti che una volta elargiva al nucleare verso le energie pulite, ed alla lunga queste potrebbero prendere il sopravvento.
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Anya 1 Marzo 2017 il 2:23 am
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