Diventa quasi superfluo affermare che, dopo il disastro di Fukushima, l’energia nucleare non è esattamente ciò che i giapponesi chiedono. Eppure bisogna specificare questa che può sembrare un’ovvietà, visto che ancora oggi in Italia molti politici continuano a spiegare che, nonostante le varie fusioni, sia i nipponici che il resto del mondo continuano a puntare sull’atomo.
Dato questo per assodato, va considerato che in Giappone il parere del popolo conta, tanto che il Governo sta cercando altre fonti per garantire il fabbisogno energetico futuro del Paese. L’ultima iniziativa è stata battezzata “Sunrise Plan”, che non si dovrebbe tradurre tanto letteralmente come “piano dell’alba”, ma più che altro in senso figurato, come una sorta di “rinascita dal sole”.
Ancora non è in vigore, ma dovrebbe essere annunciato questa settimana al G8 che si terrà in Francia, e potrebbe aiutare la terra del sol levante nella svolta verso l’energia solare per produrre la maggior parte della sua elettricità.
Il primo ministro Naoto Kan sta considerando un piano per imporre a tutti gli edifici di nuova costruzione in Giappone l’installazione dei pannelli solari entro il 2030. Il piano, che dovrebbe coprire tutte le nuove abitazioni e gli edifici commerciali, dovrebbe essere annunciato alla fine della settimana al vertice del G8 di due giorni in Francia
si legge sul Telegraph, in cui si fanno anche i primi numeri come pannelli montati su 12 mila scuole e 1.200 edifici pubblici. Ciò potrebbe contribuire a riconquistare la popolarità tra l’elettorato persa dopo le bugie sugli scandali che hanno accompagnato il disastro di Fukushima, e potrebbe contemporaneamente condurre ad una politica economica volta ad abbattere il costo dei pannelli solari grazie alle economie di scala. Secondo gli economisti infatti, se in un primo momento questa potrebbe portare ad aumentare i prezzi per un incremento improvviso della domanda, il settore dovrebbe reagire con l’aumento della capacità produttiva, la quale di conseguenza abbasserà i prezzi in un secondo momento.
Questo non risolverà i problemi energetici del Giappone fino a quando non si riuscirà a realizzare un modo per conservare in modo efficiente tutta l’energia solare di cui si ha bisogno, per utilizzarla anche di notte, ma sarebbe certamente un bell’aiuto alla produzione di energia pulita.
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[Fonte: Treehugger]