Ne avevamo parlato già ieri: il governo tedesco ha accettato di prolungare la vita attiva dei suoi reattori nucleari per una media di 12 anni. Si tratta di una mossa innovativa che potrebbe essere il culmine della strategia energetica della “nazione più rinnovabile d’Europa” per i decenni a venire. Oggi però vengono alla luce anche i termini economici più nel dettaglio, e per capire meglio questa strategia non potevamo tralasciarli.
Dopo aver messo il sigillo su un accordo molto complicato tra le varie correnti politiche, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha salutato quest’iniziativa come una “rivoluzione nella fornitura di energia” che metterà la Germania in “prima linea” tra le nazioni più rispettose dell’ambiente e più efficienti al mondo.
In base all’accordo, le quattro compagnie elettriche E. ON, RWE, Vattenfall e EnBW hanno accettato di pagare al governo tedesco 30 miliardi di euro per consentire di mantenere in vita le loro 17 centrali nucleari. Le società pagheranno 2,3 miliardi di euro in combustibile nucleare, da acquistare in aste per i prossimi sei anni, più 300 milioni all’anno per i prossimi due anni e 200 milioni l’anno tra il 2013 e il 2016. Queste somme confluiranno in uno speciale fondo di investimento dedicato esclusivamente all’energia rinnovabile.
La decisione segna una svolta nella politica nucleare tedesca, dopo che circa dieci anni fa, sotto il governo socialdemocratico (Spd), il partito della coalizione verde di Gerhard Schröder aveva deciso di eliminare gradualmente l’energia nucleare dal 2010 in poi. E’ vero che in questo modo le centrali nucleari avranno una vita più lunga del previsto, ma perlomeno questo servirà a favorire il passaggio alle energie pulite, cosa che in Italia i nostri politici ancora non hanno capito (o non hanno voluto capire).
Secondo recenti sondaggi, la maggioranza dei tedeschi è favorevole alla soppressione del nucleare il più presto possibile, tanto che secondo alcuni analisti una decisione del genere potrebbe costare il posto al partito di Governo alle prossime elezioni, permettendo ai Verdi di vincere più facilmente del previsto.
A prescindere dalle polemiche, i piani della Germania sono chiari e da prendere da esempio per tutti i Paesi europei. Nucleare o no, l’obiettivo rimane quello di ridurre le emissioni di CO2 addirittura dell’80% al 2050 rispetto ai livelli del 1990, molto più del timido 50% ipotizzato dai più ottimisti in Italia. Insomma, i nostri politici hanno molto da imparare sui temi ambientali guardando alla Germania, e dovrebbero rivedere l’attuale legge che è esattamente il contrario di quella tedesca: togliere i soldi alle rinnovabili per finanziare il nucleare.
Fonte: [The Guardian]
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