Nucleare, furto computer Enel: ma quali segreti?

Nucleare: nei giorni scorsi è stato sottratto un computer all’Enel che ieri ne ha denunciato il furto, rivelando il contenuto:

documenti aziendali relativi a studi e analisi preliminari, privi di risvolti operativi, sulle caratteristiche di siti per impianti nucleari in Italia e all’estero.

L’azienda trova alquanto strano che il reato sia avvenuto a pochi giorni dal referendum, fissato ricordiamo per il 12 e 13 giugno prossimo, insieme ai quesiti su acqua pubblica e legittimo impedimento.
Il pc aziendale si trovava negli uffici romani dell’area nucleare a Tor di Quinto. Che il furto sia un tentativo di divulgare le aree papabili per la costruzione dei siti in Italia alla vigilia del voto, per influenzarne l’esito?

Il dubbio sorge spontaneo ma finora non è trapelato nulla. Fa riflettere, però, che l’azienda stessa si sia affrettata a precisare che si trattava di analisi preliminari prive di risvolti operativi. Come a dire, in caso dovessero venir fuori i siti su cui avevamo fatto un pensierino, state tranquilli, ecco, era solo un pensierino.

Certo è che si tratta di un’operazione scorretta, un furto è sempre riprovevole e da condannare specie quando si tratta di informazioni così delicate. Non si hanno ancora certezze sul movente, se si sia trattato di un gesto estremo per fare chiarezza sui siti papabili nel caso in cui il nucleare si dovesse fare, non è dato sapere.

Seguiremo gli eventuali sviluppi della vicenda. Il furto, come sottolinea la stessa Enel, a distanza di pochi giorni dal referendum è davvero singolare ma è ancora più singolare che documenti così segreti siano stati sottratti dall’ufficio con una certa facilità. Si sospetta una talpa perché solo un interno aveva accesso a quegli uffici ed al cassetto chiuso a chiave.

E comunque, sulla costruzione delle centrali, ci sono davvero tutti questi segreti? Gli esperti lo dicono da tempo che le Regioni idonee, escludendo tutte quelle con troppe aree sismiche ed a rischio idrogeologico elevato, quasi la maggioranza, rimangono quelle due o tre:  Sardegna, Veneto, Piemonte, l’area della Pianura Padana. E nessuna fa i salti di gioia per ospitare le centrali. Anche questo, d’altronde, non è mica un segreto. Cosa ci può essere di tanto sconvolgente su quel pc da giustificarne un furto? Una centrale ad Arcore? O sull’Aspromonte? Più sconvolgente del ritorno al nucleare italiano non riesco ad immaginare nulla se non un deposito di scorie gestito dalla cricca a sua insaputa. E, ad ogni modo, non ci serve sapere cosa c’è su quel computer per votare sì. Lupin riconsegni pure il pc al suo cassetto chiuso e alla sua polvere che molti italiani le idee ce le hanno già chiare e le espongono alla luce del sole, senza paura!