Fukushima verrà smantellata, parola del Primo Ministro giapponese Naoto Kan ieri sera in un incontro con i vertici del Partito Comunista nipponico. La centrale che sta facendo tremare il mondo è ormai al collasso, i livelli di radioattività continuano a salire di ora in ora (siamo arrivati a livelli in mare di 4.385 volte superiori per quanto rigurda lo iodio radioattivo), ed ormai è irrecuperabile, tant’è che ha annunciato lo stesso Kan che, non appena si riuscirà a prendere il controllo dei reattori, questi verranno spenti e smantellati.
Non si ferma qui però la voglia di nucleare giapponese. Evidentemente non si sono spaventati a dovere i dirigenti politici del Paese se, anziché decidere di chiudere definitivamente con l’atomo, hanno deciso che, passata la crisi, rivedranno da zero il piano per la costruzione di nuove centrali.
Riprendere i progetti dall’inizio sarà sicuramente una buona cosa, significherà ricontrollare nuovamente tutte le norme di sicurezza e ogni minimo dettaglio, ma forse sarebbe più saggio puntare su altre forme energetiche, piuttosto che correre un altro rischio nel Paese più sismico del mondo. Sicuramente chi se ne dovrà occupare, lo farà con molta attenzione, visto quello che è capitato alla Tepco.
L’azienda privata che ha in gestione l’impianto di Fukushima è stata condannata a pagare, nei giorni scorsi, i danni provocati dalla centrale per una cifra che probabilmente nessuna compagnia al mondo potrebbe mai permettersi: l’equivalente di quasi 94 miliardi di euro. Già subito dopo l’incidente le banche avevano fornito alla Tepco un prestito da circa 17 miliardi di euro, ma è evidente che non basterà, e sarà molto difficile riuscire a recuperare la cifra rimanente.
Nel frattempo rimane in atto il “consiglio” del Governo di evacuare l’area intorno alla centrale per un raggio di 20 km, ma questa non è stata estesa a 40 come richiesto dall’Aiea, e nel frattempo continuano a susseguirsi voci e smentite riguardo la pericolosità dello iodio radioattivo in mare. I pareri governativi dicono che le radiazioni in mare si dissolvono e non creano problemi alla vita acquatica, e di conseguenza ciò che viene pescato è commestibile, ma sono diversi gli scienziati che credono esattamente il contrario. I livelli di radioattività sono troppo alti per poter affermare che non ci sono pericoli, e stupisce il fatto che un Governo così trasparente come quello giapponese continui ad affermare il contrario.
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