Torniamo a parlare di nucleare non perché ci siano in progetto nuove centrali in Italia (per fortuna), ma perché il Guardian ha pubblicato un rapporto che dimostra ancora una volta quanto non è per nulla vero che si tratta di una fonte energetica conveniente. Tutt’altro, visto che a conti fatti i costi sono più dei ricavi, solo che i costi sono sostenuti dalla collettività ed i ricavi vanno nelle tasche dei privati. Non si parla qui del normale funzionamento della “macchina” nucleare, ma i costi per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi che, si sa, sono i più pericolosi in assoluto.
Lo spunto arriva dal bilancio Decc 2012/2013, che ha stimato in circa 2,5 miliardi di sterline annuali (oltre 3 miliardi di euro) il costo dello smaltimento delle scorie radioattive. Si tratta del 42% dell’intero bilancio di una centrale. Di questi 1,6 vengono spesi per la gestione dei diversi impianti di stoccaggio, in condizioni normali. Sì perché i costi che ricadono sulla collettività sono molto maggiori.
L’esempio più lampante è il sito di Sellafield, in Inghilterra, dove per anni sono stati stoccati una montagna di rifiuti pericolosi. Ora che è arrivata alla fine del suo ciclo vitale, la discarica nucleare dev’essere smantellata, ed il costo stimato è di 67 miliardi di sterline, circa 83 miliardi di euro. Ma non solo. Questo è il costo stimato al 2012. Per smantellare una bomba simile ci vuole all’incirca un secolo, ed il costo è già lievitato di 20 miliardi di sterline negli ultimi 3 anni. Chissà nel 2100 a quanto ammonterà. Ovviamente non sono soldi che dovranno spendere le aziende proprietarie delle centrali, che in questi decenni hanno incassato i dividendi, ma sono spese pubbliche.
Qualsiasi tentativo e progetto avviato negli ultimi anni per disfarsi di questi fardelli pericolossissimi per l’ambiente è fallito, cioè nel giro di pochi mesi ha prodotto costi molto maggiori rispetto a quelli stimati all’inizio, ed hanno reso evidente che i tempi di lavorazione devono essere molto più lunghi. Per questo si stima che in futuro il prezzo dell’energia nucleare, oggi molto economica rispetto alle altre, potrebbe raddoppiare o addirittura triplicare per coprire i costi dello smaltimento che finora erano stati sottovalutati.
[Fonte: The Guardian]
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