La Francia è decisa a dire addio all’atomo, lo ha annunciato ieri la Corte dei Conti francese dopo un’esame attento e dettagliato sui costi del nucleare. Non conviene più per le spese alte e per i miglioramenti alla sicurezza imposti alle centrali dopo l’incidente di Fukushima. Come azionare il progresso? In USA le rinnovabili superano il nucleare, e in Europa?
Ecco il verdetto della Corte in merito all’indagine sul nucleare
Quali che siano le scelte fatte per mantenere il livello di produzione attuale di energia elettrica investimenti importanti sono da prevedere a breve e medio termine, tali da rappresentare almeno un raddoppio del ritmo attuale di investimento in manutenzione. Ciò farà aumentare il costo medio di produzione dell’ordine del 10%.
Le stime dicono che attualmente il costo dell’energia per megawattora è di 49,50 euro; ma nei prossimi 10 anni potrebbe raggiungere quota 57 o 60 euro. Quìanto dovrebbe costare per gli utenti? Inoltre i costi per il nucleare sicuro, ossia per l’energia prodotta dalle centrali Epr di nuova generazione con sistemi di sicurezza aggiornati e più sofisticati per il dopo Fukushima, potrebbe costare fino a 70-90 euro all’inizio per ammortizzare le spese di costruzione delle nuove centrali, come quella in via di realizzazione a Flamanville. Il costo dell’atomo, come si legge nel rapporto, varia anche in base agli investimenti fatti nelle stesse centrali in merito alla durata della loro vita; dunque si dovrebbe investire anche in questo settore e la Francia nel 2022 avrà 22 reattori degli attuali 58, con un’età superiore ai 40 anni di attività. Pronti per essere smantellati o per nuovi interventi di manutenzione e ammodernamento? Si prevede di chiudere tutte le centrali, mantenendo comunque una produzione energetica da fonte nucleare, attualmente pari al 74% dell’energia totale. Questa decisione, come ha spiegato Didier Migaud, presidente di Commissione delle Finanze richiederebbe
uno sforzo considerevole di investimento a breve termine, che pare improbabile, se non impossibile.
Ma la scelta va fatta, se non oggi, domani. Lo dice lo stesso Migaud: la Francia può fare due cose o prolungare la vita delle centrali oltre i 40 anni, o puntare su altre fonti energetiche, cosa che comporta investimenti complementari.
[Fonte: Ansa]
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