L’ennesimo duro colpo al nucleare negli Stati Uniti arriva da chi non ti aspetti. Ieri infatti una commissione per la sicurezza istituita in via ufficiale circa due anni fa per stabilire la pericolosità delle centrali nucleari in caso di incidente ha stabilito che non servono attentati, terremoti o altri eventi eccezionali per creare un disastro in quanto le centrali americane, tutte e 104, sono difettose.
Lo ha dichiarato Gregory Jaczko, ex capo della commissione nucleare (dimessosi pochi mesi fa perché in contrasto con la politica pro-nucleare a tutti i costi anche all’interno della sua stessa squadra), che ha sorprendentemente confermato le paure che gli altri attivisti anti-nucleare affermano da tempo. Secondo Jaczko il problema principale è che le centrali sono vecchie e vanno smantellate. Invece questi impianti, che erano stati progettati per durare 40 anni e poi essere sostituiti con altri più nuovi, hanno ricevuto una proroga di ulteriori 20 anni. La conseguenza, spiega ancora l’ex commissario, è che a furia di mettere cerotti, alla fine non tengano, portando ad incidenti ben più pericolosi dello smantellamento.
Certo, non si possono chiudere tutte insieme, andrebbe fatto gradualmente, ma fatto sta che al momento nessuna delle 104 centrali americane può far dormire sonni tranquilli ai cittadini. Nella sua relazione, presentata a Washington, Jaczko doveva anche rispondere alla richiesta del Governo di estendere di ulteriori 20 anni la vita utile degli impianti, in pratica raddoppiandola. La sua risposta è stata netta: non se ne parla neppure.
Partendo dalla causa scatenante di tutti questi controlli, ovvero l’incidente di Fukushima, il commissario ha detto senza mezzi termini che pure l’America rischia un evento simile da un momento all’altro, e dopotutto i tanti incidenti, piccoli ma significativi, che vi abbiamo riportato negli ultimi mesi lo dimostrano. Ovviamente l’industria del nucleare non è d’accordo con la relazione. Secondo Marvin S. Fertel, presidente e amministratore delegato del Nuclear Energy Institute, il nucleare americano è sicuro, e se Jaczko prima dell’incidente di Fukushima diceva che le loro centrali non avevano problemi, non si capisce perché dopo quello che è accaduto in Giappone abbia cambiato idea. A nostro parere non c’è nemmeno bisogno di chiederselo.
[Fonte: New York Times]
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