Non ha di certo iniziato il piede giusto il suo mandato Corrado Clini quando, meno di una settimana fa, a 24 ore dalla sua nomina, ebbe il coraggio di dire:
Il nucleare è un’0pzione sulla quale riflettere, a certe condizioni.
Quando poi è stato travolto da una marea di insulti da parte dei milioni di italiani che erano andati a votare e vedevano un cambiamento di rotta a pochi mesi dal referendum, lo stesso ministro ha tentato di ritrattare, ed ha così spiegato nella giornata di ieri che si tratta di
una questione già risolta in modo chiaro con il referendum.
Discorso chiuso? Speriamo che una volta tanto la risposta sia affermativa, anche perché lo stesso Clini ha poi ribadito di essere
impegnato da anni nella promozione e nello sviluppo delle energie rinnovabili. La mia battuta sul nucleare fa riferimento all’esigenza di considerare che la tecnologia nucleare ha ancora un ruolo rilevante nel sistema energetico europeo e globale.
Insomma, ci prova e poi ritratta, ogni volta. L’apertura sulle rinnovabili è positiva, ma speriamo che non sia solo un modo per distrarre la popolazione mentre sottobanco si lavora al ritorno all’atomo. Ma siccome al peggio non c’è mai fine, nonostante Clini cerchi di chiudere la polemica, nel tentativo di dargli una mano, il capogruppo in commissione Ambiente del Pdl Agostino Ghiglia riesce nell’impresa di affondare ulteriormente la posizione del Ministro e del suo partito:
Ci auguriamo che da oggi le polemiche contro il ministro dell’Ambiente Corrado Clini abbiano termine. In Democrazia rispettare la volontà popolare – in questo caso espressa tramite un referendum – non significa non avere la libertà di opinione, un’opinione, peraltro, condivisa dai 9/10 del mondo sviluppato.
Insomma, ancora una volta Ghiglia dimostra che il suo partito non è a contatto con la realtà. Ma come si fa a dire che 9/10 del mondo sviluppato vuol puntare ancora sul nucleare? La Germania ha detto basta e vuol chiudere tutte le centrali, la Svizzera vuol seguirla, gli Stati Uniti hanno dichiarato di non voler più costruire nuove centrali mentre Giappone e Francia hanno deciso di ridurre il numero delle centrali che hanno in casa. Se escludiamo qualche Paese che sviluppato non è come l’Iran, l’unica nazione che punta decisa sul nucleare è la Cina. Che vogliano farci diventare cinesi? Visto le decisioni che hanno preso in questi anni sul diritto al lavoro pare proprio di sì.
Foto Credit: Thinkstock
Paolo81 21 Novembre 2011 il 8:04 pm
Clini riuscirà nell’ardua impresa di farci rimpiangere la Prestigiacomo?