Con i referendum popolari siamo riusciti ad evitare che si costruissero centrali nucleari sul territorio italiano. Ma non siamo riusciti ancora a liberarci del tutto dai pericoli derivanti da quelle vicine ai nostri confini. Lo dimostra Greenpeace che, analizzando un recente rapporto della commissione europea che si è occupata di effettuare gli stress test sulle 137 centrali nucleari del nostro Continente ha notato come ce ne siano 3 che possono mettere in pericolo proprio l’Italia.
Si tratta delle centrali slovena di Krsko, svizzera di Muleberg e slovacca di Mochovche, tutte piazzate a poca distanza dal confine italiano. Per la precisione Krsko si trova a 200 km da Gorizia, Muleberg è a circa 190 km da Aosta mentre Mochovche è a circa 500 km dal Tarvisio. Secondo l’associazione infatti, quella slovena ad esempio si trova su un terreno ad alto rischio sismico e di inondazioni, le quali potrebbero ricreare le stesse condizioni che hanno portato al disastro di Fukushima. La situazione è talmente delicata che anche i lavori di messa in sicurezza avviati in questo periodo, e che si concluderanno entro il 2015, nemmeno una volta ultimati renderanno la centrale 100% sicura.
Quella elvetica si trova su una zona sismica molto attiva e non ha nemmeno un impianto di raffreddamento adeguato. In questo modo, in caso di incidente, potrebbe verificarsi lo stesso identico scenario visto in Giappone. Le piscine di raffreddamento che dovrebbero mettere in sicurezza la centrale non saranno completate prima del 2017, data in cui la centrale sarà talmente vecchia da essere candidata alla chiusura. Il discorso per Mochovche è molto simile e per la messa in sicurezza si calcola ci vorrà persino il 2020.
A dispetto di investimenti anche ingenti, numerosi aspetti importanti e ben noti non sono stati affrontati e alcune delle questioni che pure sono state affrontate saranno risolte tra anni, lasciando quindi i cittadini europei esposti nel frattempo a rischi.
Questa catastrofica frase è stata scritta nero su bianco dal fisico Oda Becker, capo responsabile della commissione che ha valutato la sicurezza delle centrali nucleari europee. A noi dunque non resta che incrociare le dita.
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