La Francia è il Paese che più al mondo dipende dall’energia nucleare. Ma a conti fatti sembra essere anche quello a maggior rischio catastrofe. Lo ha denunciato la Commissione Europea che si è occupata, dalla tragedia di Fukushima, di controllare tutti i reattori europei per cercare di capire se anche dalle nostre parti si potrebbe verificare un incidente simile a quello giapponese. Sono così stati controllati 14 Paesi per un totale di 134 centrali, e di esse molte sono state trovate poco sicure.
Il numero preciso delle centrali a rischio ancora non è noto, ma si sa che delle 58 francesi 19 non sono a norma. E ciò che più ci preoccupa è che 4 di esse (Cattenom, Chooz, Fessenheim e Tricastin) sono vicine ai confini italiani. Più precisamente le cose che non vanno sono l’assenza delle misurazioni sismiche che dovrebbero (in teoria) mettere in sicurezza gli impianti di fronte a terremoti di una certa entità, e le strutture di soccorso in caso di incidenti, considerate inadeguate. Per il resto la situazione degli impianti francesi è stata definita soddisfacente, cosa che non si può dire degli altri impianti europei.
Secondo la commissione infatti ci vogliono 10-24 miliardi di euro per mettere in sicurezza tutti gli impianti del Vecchio Continente. Purtroppo la politica francese sul nucleare non è mutata. Il presidente Hollande ha infatti effettuato un solo passo in avanti annunciando di voler chiudere la centrale di Fessenheim, la più vecchia tra quelle francesi, entro il 2016. Ma le altre 57 continueranno a funzionare, forti delle migliori tecnologie al mondo, migliori anche di quelle giapponesi, e chissà per quanto altro ancora dovremo tenerci queste potenziali bombe atomiche sopra le nostre teste. Peggiore è la situazione delle centrali britanniche e spagnole, le quali sono di meno ma sono state considerate anche meno sicure. E per fortuna che in Italia non ne abbiamo, altrimenti chissà i commissari europei cosa avrebbero potuto trovare.
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