Nucleare: blitz di Greenpeace a Palazzo Venezia, sul terrazzo storico di Roma da cui si affacciava il duce per plagiare le masse. Alle prime luci dell’alba un gruppo di attivisti dell’associazione pacifista verde, celebre per le sue azioni dimostrative contro l’atomo, ha scalato per la prima volta il famoso edificio.
Aiutati da un camion-gru, i ragazzi si sono arrampicati sulla facciata e hanno raggiunto il balcone per srotolare un enorme striscione su cui non campeggiava la faccia di Benito Mussolini bensì quella del premier Silvio Berlusconi.
Accanto la scritta: Italiani, il vostro futuro lo decido io. Più giù l’invito: Sul nucleare si deve votare.
La polizia municipale ha provveduto prontamente a rimuovere lo striscione, intorno alle 7 e 20.
A Greenpeace, e non solo, non hanno evidentemente digerito le recenti affermazioni di Berlusconi che ha candidamente ammesso, nel corso del vertice con il presidente francese Nicolas Sarkozy, come quello di rinviare le decisioni sul nucleare con una moratoria altro non fosse (ma si era capito sin da subito) che un escamotage per prendere tempo, rimandando una decisione che sarebbe stata presa sulla scia degli eventi di Fukushima, influenzati dall’onda emotiva.
L’obiettivo, anche questo ahinoi noto, è di evitare l’affluenza alle urne per i referendum di giugno, fare in modo che non si avverta la necessità/urgenza di esprimersi sul nucleare perché al momento non rappresenta più un problema, per poi ripresentare la politica energetica fondata sull’atomo quando le acque si saranno calmate e l’opinione pubblica sarà distratta.
Alta affluenza alle urne che spaventa il premier anche per via della presenza del quesito sul legittimo impedimento. Si cerca, ad ogni costo, di non far raggiungere il quorum. Una violazione dei diritti dei cittadini, di tutti i cittadini: quelli per il sì e quelli per il no. Entrambe le posizioni meritano infatti una soluzione democratica ad un dibattito che anima da tempo la coscienza collettiva, sin da quando si decise, per decreto, il ritorno all’atomo senza consultare Regioni, Comuni e cittadini stessi.
Non andare a votare, cercare di impedire il raggiungimento del quorum altro non è che un vicolo cieco per tutti, pro e contro nucleare, acqua pubblica, legittimo impedimento. La verità è che spaventa la possibilità che il 12 ed il 13 giugno prossimi prevalga il buon senso… civico, possibilità sempre più concreta.
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