Nucleare, Berlusconi ammette, alla fine del vertice con Sarkozy svoltosi oggi, che la moratoria è stata ideata dal Governo per evitare il blocco totale, attraverso il referendum, al ritorno all’atomo italiano.
Non ce n’era bisogno. Lo sapevamo già e lo avevamo previsto che avrebbe usato questo basso escamotage pur di fermare il volere di quella forza democratica che pure invoca spesso per legittimare la sua presenza al potere e lo stupro dei valori costituzionali. Ammette candidamente che voleva bloccare il no definitivo e secco, a conti fatti il secondo, alla costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano, o forse l’affluenza alle urne che avrebbe messo una croce pure sul legittimo impedimento. O entrambi, magari.
Per pronunciare queste parole ha scelto il giorno peggiore, oggi ricorre il venticinquesimo anniversario del disastro di Chernobyl e chi ricorda e ha ancora, ovviamente, paura dell’atomo non sicuro come sarebbe certamente, più di ogni altro, quello gestito all’italiana, certamente resterà scosso dalla faccia tosta della politica, che calpesta il diritto all’espressione, a prendere parte ad un dibattito democratico, la volontà di partecipazione ai programmi energetici del Paese.
L’accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Il governo, quindi, responsabilmente ha ritenuto opportuno introdurre questa moratoria per evitare il nucleare, chiarire la situazione giapponese e tornare dopo un anno, dopo due anni, ad avere un’opinione pubblica conscia della necessità di ritornare all’energia nucleare.
Il nucleare, ha proseguito il premier, è una scelta di buon senso verso un destino ineluttabile. Poi il premier ha raccontato un’altra barzelletta delle sue:
Negli anni ’70 eravamo all’avanguardia nella realizzazione delle centrali nucleari. Sappiamo cosa è accaduto: l’ecologismo di sinistra si è messo di traverso e l’Italia ha dovuto interrompere i lavori di centrali che erano quasi terminate.
In verità è accaduto che abbiamo costruito delle centrali su piane alluvionali e territori sismici, con incidenti persino nella fase di costruzione, vedi centrale di Garigliano. E’ accaduto Chernobyl. Ora sta accadendo Fukushima. Ma questa è un’altra storia, quella vera e a chi importa se non fa ridere…
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