All’inizio di questa settimana, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha riferito che il 25% delle specie appartenenti ai mammiferi di tutto il mondo è a rischio estinzione a causa della distruzione degli habitat e della caccia.
La relazione dell’IUCN è certamente lodevole per il suo intento di divulgare una così amara realtà, per spingere istituzioni e governi a prendere seri provvedimenti per tutelare gli ecosistemi in pericolo di questi animali.
Tuttavia, bisogna aggiungere dell’altro. Innanzitutto che a rischiare l’estinzione non sono solo i mammiferi, ma anche centinaia di altre specie di altre categorie animali e vegetali. E, inoltre, va necessariamente sottolineato che, anche se si dovessero ridurre le emissioni, molte specie animali e vegetali sono ormai completamente andate, non esistono più e non c’è modo di salvarle.
Anche se di dovessero tagliare le emissioni dell’80% entro il 2050, come previsto dai piani di molti Paesi (solo promesse, purtroppo!), il 20-30% delle specie animali esistenti sulla Terra rimarrebbero comunque destinate a scomparire o perlomeno in pericolo a causa dei cambiamenti climatici. Ad esempio, i pesci d’acqua dolce del Nord America, secondo una valutazione dell’US Geological Survey, hanno subito un incremento del 92% delle specie in pericolo dall’ultima stima effettuata nel 1989. Sono percentuali altissime, che fanno riflettere.
Le cause principali sono la perdita di habitat, l’introduzione di specie non indigene, ultimi ma non da meno i cambiamenti climatici.
Secondo Bruce Hamilton, del Sierra Club, è giusto sottolineare che i mammiferi siano in pericolo, ma occorre precisare che piante, anfibi e pesci sono ancora più in pericolo e rischiano l’estinzione soprattutto per la mancanza di provvedimenti che li tutelino.
Certo, fa più compassione una tigre rimasta sola o un orso polare alla deriva, ma la gravità della situazione in cui versano migliaia di specie vegetali e pesci, sconosciuta all’opinione pubblica, richiede maggiori interventi che difendano non solo i grandi mammiferi, ma anche piante e altri animali.
Nella catena alimentare, infatti, sono importanti anche gli anelli che all’apparenza possono sembrare più piccoli e insignificanti.
Commenti (1)