Da anni sempre più scienziati sostengono che gli effetti dell’inquinamento non riguardano soltanto le malattie respiratorie. Ora hanno accertato una conseguenza in più. Secondo uno studio realizzato dall’Università di Newcastle, in Inghilterra, l’inquinamento cittadino renderebbe le donne infertili, non permettendogli così di generare figli. Ma non solo. Nelle aree molto inquinate anche i bambini che riescono a nascere sono a rischio perché mediamente nascono con un peso inferiore rispetto alle aree non inquinate.
Anche se piccolo, affermano gli scienziati, l’effetto è statisticamente significativo. La possibilità che i neonati pesino meno di 2,5 kg, la soglia sotto la quale si considera un bambino sottopeso, è più alta nelle città fortemente inquinate. La conseguenza più immediata può anche essere la morte del neonato, ma a lungo andare si possono sviluppare alcune malattie croniche e anomalie nello sviluppo mentale.
La causa di tutto questo è il particolato fine, meglio conosciuto come PM10 e PM2.5, due agenti inquinanti noti per essere responsabili delle principali malattie respiratorie e cardiache nelle aree inquinate. In particolare nelle città con molte auto diesel, centrali elettriche a carbone e fabbriche. La ricerca, pubblicata sulla rivista Environmental Health Perspectives, ha esaminato l’impatto di un aumento di 10 microgrammi per metro cubo dell’esposizione media alle particelle inquinanti nel corso di una gravidanza su 3 milioni di nascite in 14 città di tutto il mondo. Ha così scoperto che mentre nel caso del PM10 le possibilità che un bambino nasca sottopeso equivalgono allo 0.03% superiore alla media, nel caso di esposizione al PM2.5 addirittura queste possibilità salgono al 10%.
Se già questi dati sono preoccupanti, lo è ancor di più conoscere i dati delle città reali che parlano di presenza di particelle potenzialmente dannose molto superiore, anche di 4-5 volte, dei 10 microgrammi per metro cubo. Ed anche se lo 0.03% ed il 10% vi sembrano numeri bassi, calcolateli su una base di milioni di nascite ogni anno e comprenderete la gravità della situazione.
[Fonte: The Guardian]
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