Nell’East Village le oasi sono in mezzo al traffico

di Redazione 1

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Questa volta facciamo un salto da Abu Dhabi, nel cuore del deserto, a Manhattan, ossia al centro del mondo. Ci troviamo a New York, ma non per parlare di tecnologia, di grattacieli e di auto che riempiono le strade, bensi’ di paradisi della natura: i Community Gardens. L’East Village è una zona famosa per i suoi appartamenti di tendenza, per la presenza di locali storici, di gallerie d’arte e di negozi vintage ma la sorpresa è che tra le mura di questi immensi palazzi si nascondono oasi, nelle quali i clacson e la confusione sono solo un lontanissimo ricordo. Queste aree negli anni ’70 erano i ghetti, in cui vivevano stipati gli immigrati dell’Europa dell’est e, i giardini erano delle discariche, lotti di terreno in disuso, che dopo picchetti e proteste questi abitanti sono riusciti ad ottenere.

Grazie ad una iniziativa promossa dall’Associazione no-profit Green Thumb (ma ce ne sono anche altre), i Community Gardens sono delle realta’, dei gioielli creati dai volontari di questo quartiere, per uscire dal degrado, e che oggi custodiscono gelosamente. Ogni giardino è diverso da un altro, ognuno ha una storia e rispecchia la personalita’ di chi lo cura, ma tutti hanno un denominatore comune, cioe’ lo scopo di rendere migliore la vita di chi viveva e vive all’East Village.


Uno dei piu’ grandi è il 9th Street Community Garden & Park, creato con mattoni di vecchi edifici, tra cui sbucano numerose sequoie, alcune alte da sfiorare i palazzi attigui ed, un pozzo. Accanto a questo invece si trova il 6BC Botanical Garden, simile ai giardini inglesi, perfetto, ordinato e pieno di rose variopinte, di felci, di stagnetti su cui galleggiano ninfee, di edere che si avvinghiano alle mura.

La gente vuole che questi mondi sopravvivano, ed infatti sono tantissime le donazioni fatte, sia di specie vegetali che di opere d’arte che sbucano da ogni parte. La Plaza Cultural-Armando Pérez, espone pannelli, sculture tra alberi di frutta fresca e tra fiori come le margherite. Lo scopo era quello di voler uscire dal ghetto rendendo piu’ vivibile il proprio ambiente ed oggi si è arrivati a concepire un capolavoro, un luogo dove natura e cultura si fondono e dove gli unici protagonisti sono gli uomini e le donne, di ogni sesso, religione, colore ed etnia.

Il Miracle Garden ha una storia particolare, infatti è nato per volontà di una donna molto conosciuta nell’East Village, Penny Evan, la quale ha trasformato questo luogo di spaccio di droga, in un ritrovo per tutti, dai bambini agli anziani, costruendo tante casette colorate di legno per gli scoiattoli e per gli uccellini. Al centro c’è un tavolo di legno dove ci si riunisce per parlare di politica oppure per mangiare. Tutto questo è bellissimo non solo per il valore sociale ed umano ma perchè ci fa comprendere quanto noi possiamo fare per il nostro “mondo” e, quante realtà esistono che vanno conosciute e prese d’esempio.

Commenti (1)

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