Si chiama Plastic Busters, è stata ideata dall’Università di Siena e il suo scopo è quello di studiare il mar Mediterraneo catturando i rifiuti di plastica e mappandone la diffusione e distribuzione e gli effetti che la grandissima massa di rifiuti plastici ha sull’ecosistema marino, in particolar modo sulla fauna.
Il Mediterraneo è invaso da un numero stimato di rifiuti pari a 3 miliardi, di cui tre quarti circa sono plastiche, rifiuti che inevitabilmente vanno a danneggiare gli ecosistemi marini, e che sono tutt’altro che facili da ripescare. Le plastiche contaminano anche i pesci che poi, giorno dopo giorno, arrivano sulle tavole degli italiani (o almeno, quella parte di pesci che effettivamente sono pescati nel Mediterraneo).
Da Siena arriva ora il progetto Plastic Busters: una nave che catturerà i rifiuti plastici e che potrà, grazie al laboratorio e al personale scientifico a bordo, fornire anche nuovi dati approfonditi su distribuzione, diffusione dei rifiuti plastici, e relative conseguenze. La nave del progetto Plastic Busters dovrebbe sostenere un lungo viaggio, partendo dalla Toscana per poi risalire fino a Gibilterra, tornare a Sud, verso le coste della Tunisia, poi nelle acque dell’Egitto e della Grecia, per poi infine, dopo circa tre mesi in mare, rientrare a Venezia.
Il progetto è a cura del Dipartimento di Scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena: la direzione è nelle mani di Maria Cristina Fossi. Il progetto nel corso del tempo ha visto l’adesione di ben 30 enti di ricerca internazionali. La nave Plastic Busters, oltre a raccogliere e studiare campioni di plastica e a portare avanti la ricerca su questo genere di inquinamento, si occuperà anche di divulgazione nei vari porti in cui farà sosta, e sensibilizzerà alla ricerca di soluzioni che possano mitigare il grave problema dei rifiuti plastici nel Mediterraneo.
Photo credits | demoshelshinki su Flickr
Commenti (1)