Oggi è il giorno in cui finalmente possono iniziare le operazioni per il recupero del carburante dall’interno della Costa Concordia, la nave da crociera affondata al largo dell’Isola del Giglio. Ma ancor prima di iniziare la procedura, c’è già la prima denuncia di una macchia d’olio piuttosto grande che si aggira a poca distanza dal relitto.
Secondo quanto denunciato dagli stessi abitanti dell’Isola, e confermato dalle autorità per bocca del commissario per l’emergenza, si tratterebbe di una macchia oleosa larga 300 metri ed alta 200, molto sottile, che secondo le prime ipotesi dovrebbe provenire dai famosi oli e solventi che il capo della Protezione Civile aveva indicato qualche giorno fa come i primi responsabili di un disastro ambientale che è già in corso.
Questa macchia si aggira a poca distanza dalla costa, tanto che i cittadini hanno potuto notarla ad occhio nudo, ma l’aspetto positivo è che non dovrebbe provenire dal serbatorio che contiene circa 2.400 tonnellate di carburante. Secondo gli inquirenti questi oli sarebbero fuoriusciti nei giorni scorsi, forse il giorno stesso del naufragio, e si sarebbero depositati sul fondo, per poi risalire a galla a causa dello spostamento dovuto alle correnti. La distanza dal relitto è di appena 400 metri, il che spiega con certezza che è da lì che proviene.
Nel frattempo, mentre l’Arpat (Agenzia regionale di protezione ambientale) provvede ad analizzare la macchia, è iniziata all’alba l’operazione di recupero del carburante da parte degli specialisti olandesi della Smit. I sub hanno iniziato le attività di ispezione nella parte sottomarina per capire come riscaldare il carburante delle 17 cisterne ad una temperatura di circa 15 gradi in modo da renderlo abbastanza fluido da poter essere pompato all’esterno. Per terminare l’operazione ci sarà bisogno di quasi un mese, intanto per evitare altre dispersioni un cordone di sicurezza è stato sistemato intorno alla nave in modo da contenere eventuali perdite.
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