Subito dopo il disastro della Costa Concordia naufragata vicino l’Isola del Giglio, e soprattutto dopo aver capito che “l’inchino” all’Isola era una pratica comune, il Governo annunciò di voler emettere un decreto che regolasse le rotte delle navi da crociera, impedendo definitivamente che queste possano avvicinarsi troppo alle aree delicate. Purtroppo però, come denuncia Greenpeace, dopo gli annunci non è seguita la messa in pratica vera e propria.
Gli attivisti si sono recati dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che si è subito mostrato sensibile all’argomento, decretando delle regole per le rotte più pericolose. Ma colui che deve mettere in pratica queste nuove norme, il Ministro dei Trasporti e dello Sviluppo Corrado Passera non si è mostrato altrettanto attento. Quello che temono i volontari di Greenpeace è che adesso che l’attenzione è alta i ministri si diano da fare per “ammonire” o indicare nuove norme, ma quando l’attenzione si sarà abbassata non prenderanno i provvedimenti che servono.
Greenpeace infatti ha denunciato che a dicembre, sempre nella stessa zona, un traghetto della Grimaldi Lines aveva perso in mare quaranta tonnellate di sostanze tossiche a causa di una tempesta. Ed oggi Legambiente risponde con le foto di un’altra nave da crociera straniera che passa vicinissima all’Isola di Giannutri che si trova ad appena 8 miglia da quella del Giglio. Insomma, sembra che la paura della Costa Concordia non abbia insegnato nulla. Per questo l’associazione ambientalista ha stilato una serie di norme che si spera divengano ufficiali molto presto:
- Canalizzazione del traffico nelle aree sensibili;
- Limitazione della velocità;
- Anagrafe degli idrocarburi;
- Controllo navale dei mezzi con carichi pericolosi e navi da crociera di grandi dimensioni.
Partendo da qui, dicono da Greenpeace, si potrebbe aumentare la sicurezza di aree che dovrebbero essere protette, come il Santuario dei Cetacei che comprende proprio l’Isola del Giglio, ma che in realtà non lo sono nei fatti.
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