Il WWF con l’aiuto di 200 naturalisti ha effettuato un ampio monitoraggio di 77 siti Natura 2000 nel nostro paese, che ha portato a delle rivelazioni interessanti: gli habitat e le specie censite, infatti, sono maggiori di quanto previsto.
Il WWF con l’aiuto volontario di ben 200 naturalisti ha redatto e di recente diffuso i risultati del proprio monitoraggio di 77 aree protette di importanza comunitaria della vasta Rete Natura 2000, scoprendo che habitat e specie sono maggiori di quanto previsto. Gli esperti che hanno collaborato con il WWF hanno infatti registrato 84 habitat e 1107 in più rispetto a quanto calcolato nei Formulari della Rete Natura 2000. Tuttavia, va ricordato che rispetto a poco tempo fa 10 habitat e 176 specie sono già andate perdute, sono scomparse per sempre per via delle cause più svariate, dall’inquinamento atmosferico al riscaldamento globale passando per l’agricoltura intensiva.
Ma dal fatto che il WWF abbia rilevato così tante specie in più, cosa dovremmo dedurre? Secondo Andrea Agapito Ludovici, responsabile Reti e Oasi del WWF, in primo luogo si evince
l’assoluta urgenza di approfondire ulteriormente le conoscenze su habitat e specie, da parte del ministero dell’Ambiente aggiornare la nomenclatura e gli elenchi delle specie che spesso non è in linea con le ultime scoperte scientifiche. Questo è indispensabile per migliorare l’azione di conservazione di Rete Natura 2000, ma anche per valutare lo ‘stato soddisfacente’ degli habitat e dell’intera Rete come richiesto dalla normativa europea.
Non solo, Agapito Ludovici sottolinea infatti, a ragione, come la conoscenza precisa e dettagliata di forme di vita e habitat sia fondamentale anche per “garantire corrette ‘valutazioni d’incidenza’ nel caso di nuove opere”. Il presidente onorario del WWF Italia, Fulco Pratesi, ha avuto inoltre modo di dichiarare:
I dati raccolti sottolineano ancora una volta la grande responsabilità che abbiamo come associazione chiamata a proteggere la biodiversità custodita nelle oasi sotto la nostra gestione.
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