La sindrome del 3×2 colpisce ancora e, come ogni anno, i carrelli strabordano di dolci, panettoni e cibarie varie. Fare scorta per le feste che poi si limitano a tre o quattro giorni, a conti fatti, acquistando cibo per un mese, raddoppiare le porzioni prevedendo che i nostri ospiti siano a digiuno da giorni, inutile dirlo, è una pessima idea che altro non fa che aumentare il volume di rifiuti nella pattumiera.
Ogni anno, in occasione delle feste, gli sprechi alimentari, già all’ordine del giorno nella routine consumistica dell’Occidente, aumentano a dismisura, con gravi conseguenze per l’ambiente che soffre per l’aumento di spazzatura prodotta, e per il portafoglio, a cui certo non giova buttare letteralmente i soldi nell’immondizia.
E poi c’è il fattore salute, anche chi decide, per evitare sprechi, di cibarsi di avanzi ipercalorici e mangiare ogni giorno panettoni e torroncini, certo non sta facendo un grande regalo all’organismo. C’è una vera e propria sindrome da abbuffata, la sindrome del panettone, il corpo saturo di grassi e zuccheri soffre di problemi digestivi non trascurabili.
Per evitare di alleggerire il portafoglio, accrescere la mole di rifiuti, gli sprechi alimentari e stare anche male, l’ANDID, l’associazione dei dietisti italiani, ha stilato un decalogo per sopravvivere alle feste partendo dalla moderazione a tavola:
- Non arrivare mai affamati a pranzo o a cena.
- Smettere di mangiare quando l’organismo stesso ci dice: stop, sono sazio. Ascoltare quella vocina senza strafare.
- Tra una portata e l’altra, evitare il pane.
- Non esagerare con alcolici e superalcolici. Due bicchieri di vino a pasto per le donne, tre per gli uomini, in linea di massima.
- Mangiare i piatti preferiti ed ignorare quelli che non ci fanno impazzire. Non bisogna ingurgitare di tutto solo perché è festa.
- Sì a porzioni piccole.
- Sì alle verdure, che fanno sentire sazi.
- Acquistare solo il cibo necessario a sfamare gli invitati.
- Non cedere ad offerte e sconti per fare scorte.
- Approfittare del tempo libero per fare movimento.
Giovanna Cecchetto, presidente ANDID, spiega che oggi
si ha sempre meno tempo da dedicare alla preparazione dei pasti, non si recuperano gli avanzi e così si buttano al macero cibi buoni perché, dati Istat 2007, ne sono stati comprati troppi nel 40% dei casi; nel 21% perché ci siamo fatti convincere dall’allettante «prendi tre paghi due» senza riflettere sulle nostre reali necessità, sono scaduti o sono andati a male (24%), non sono piaciuti (9%) o non servivano proprio (7%)”.
Ambra Morelli, presidente ANDID Lombardia, spiega che gli sprechi sono
anche un problema ambientale, sociale ed economico enorme in un momento in cui i prezzi delle materie prime aumentano, il riso è triplicato e il frumento raddoppiato dal 2008 ad oggi, le riserve alimentari mondiali si assottigliano e sono sempre più forti le preoccupazioni sulla sicurezza alimentare e sull’effetto sui livelli globali di povertà.
L’invito a non sprecare, per i dietisti, dovrà presto tradursi in linee guida precise, per questo si chiede una mozione parlamentare a riguardo e l’ANDID si sta muovendo in questa direzione. L’obiettivo è anche frenare l’epidemia di obesità causata dall’eccesso di cibo.
[Fonte: Ansa]
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