Sotto gli occhi stupiti di un gruppo di turisti in vacanza all’isola dei pirati, nel largo di Sainte Marie, in Madagascar è nato un piccolo di megattera. La nascita ha lasciato tutti col fiato sospeso e ha dato testimonianza, l’unica documentata, di una nascita in diretta di un balenottero.
A filmare il lieto evento è stata una ricercatrice venezuelana, Maria Faria, biologa esperta nelle specie marine a rischio estinzione che ora ha dato il nome al piccolo di balena, Marie. La biologa era in Madagascar per verificare le condizioni delle balene al largo della costa orientale dell’Africa, come ecovolontaria dell’Associazione CétaMada, per la protezione dei mammiferi marini nel Madagascar.
La megattera, conosciuta anche come balena gobba, fino allo scorso anno era una delle molte specie marine a rischio estinzione. Le cause principali che mettevano a rischio la sopravvivenza delle balene erano la pesca a strascico e il loro avvicinarsi alle acque costiere, facilitanto la cattura dei balenieri che ricercano le megattere per l’olio, le ossa e le carni pregiate.
Delle immagini filmate dalla free lance venezuelana mostriamo quello che rappresenta il primo esempio di amore materno tra la madre e il piccolo di balena: subito dopo la nascita il balenottero viene sollevato dalla madre sul dorso fuori dall’acqua affinché possa respirare per la prima volta e poi, come in un gioco si rimmerge sotto le onde. Le megattere hanno una gravidanza di 11 mesi e possono dare alla luce un piccolo ogni 2-2,5 anni. Si prenderanno cura dei nascituri per il loro primo anno di vita. Oggi sappiamo anche che le balene scelgono le acque calde del canale di Sainte Marie per l’accoppiamento e per dare al mondo i loro figli. Le balene gobbe ogni anno da luglio a ottobre migrano dalle fredde acque dell’Antartico verso l’Oceano Indiano, in un viaggio di oltre 2 mesi e mezzo. Ma leggiamo la testimonianza della biologa Maria Faria
Eravamo usciti in mare alle 9 del mattino, come sempre. Abbiamo avvistato sei balene e le abbiamo seguite per 30 minuti, quando ho visto una scia di sangue. Poteva trattarsi di una balena ferita, o di una nascita. Col collega Pascal e con i turisti abbiamo scattato molte foto, documentando, per la prima volta, la sequenza del parto.
Poi, all’improvviso
Ce lo siamo trovati lì davanti, portato dalla mamma in superficie, e abbiamo assistito al primo respiro del piccolo. Marie è uscita dall’acqua portata su dalla madre, che l’ha mantenuta a galla fino a quando ha avuto la certezza che respirasse regolarmente. Non era mai accaduto prima che uno scienziato potesse fotografare la nascita di un piccolo, noi l’abbiamo fatto. E questo insieme e grazie ai turisti, che con il whale watching rendono possibile la nostra ricerca.
[Fonte: Ansa]
[Foto: cetamada]
Roberto 2 Ottobre 2010 il 7:56 pm
Bisogna Difendere le Balene Dalla Gente Zenza Scrupoli