Gli effetti del cambiamento climatico sulle diverse parti del mondo dovrebbero apparire all’incirca come sono stati rappresentati visivamente nella mappa qui sopra, prodotta da un dottorando della McGill University. Jason Samson ha utilizzato i dati climatici e quelli del censimento per disegnare una mappa dei luoghi in cui il cambiamento climatico avrà probabilmente il più grande effetto sul maggior numero di persone.
La mappa mostra in rosso le aree in cui la vulnerabilità umana al cambiamento climatico sarà più grande; i Paesi in giallo si prevede possano sperimentare un effetto più moderato sulla popolazione, quelli in blu indicano le popolazioni meno influenzate, mentre le aree in bianco hanno una carenza di dati o di persone (come nel caso del deserto).
Ironia della sorte, pare proprio che molti dei luoghi che potranno subire gli effetti peggiori appartengono a quelle nazioni che contribuiscono meno a causare il cambiamento climatico. Spiega Samson in un comunicato stampa rilasciato alla McGill University:
Prendete ad esempio la Somalia. Poiché fa già molto caldo lì, diventa difficile coltivare la terra, e sarà sempre più difficile se la temperatura sale. E’ anche noto però che la Somalia non è un grande contributore alle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Ora, grazie a questa mappa, abbiamo prove quantitative concrete delle disparità tra le cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici a livello nazionale.
Per completare la sua ricerca, Samson e un team di ricercatori della McGill hanno utilizzato le stesse tecniche di modellazione usate per prevedere gli effetti dei cambiamenti climatici sulle popolazioni animali e vegetali, con risultati simili.
Non sorprende che le aree più vicine all’Equatore stanno probabilmente andando incontro ai peggiori effetti. Al contrario le persone che vivono nelle regioni del Nord, come l’Unione europea (Italia compresa), gli Stati Uniti e la Cina, si prevede che subiranno effetti molto meno devastanti, nonostante siano le tre principali responsabili dei cambiamenti climatici.
La mappa e la ricerca che ha permesso di stilarla sono state pubblicate sulla rivista Global Ecology and Biogeography.
[Fonte: Discovery News]