Mutamenti climatici: le orche danno già segni di adattamento

E’ raro vedere animali che vivono indifferentemente sia nei freddi mari dell’Antartide che nelle calde lande tropicali, ma è ciò che sta accadendo con l’orca assassina. A parte il suo nome così inquietante, questo bellissimo esemplare cugino delle balene ha lasciato a bocca aperta alcuni biologi che lo stavano studiando, e che hanno notato che alcuni esemplari sono arrivati a cacciare indifferentemente nelle acque antartiche e tropicali, con degli strani segnali di adattamento.

E’ stata una sorpresa per noi che abbiano intrapreso questa rapida migrazione verso le calde acque tropicali. E’ come nuotare da New York a Londra e ritorno in un mese

ha affermato il ricercatore John Durban, della National Oceanic and Atmospheric Administration. Ma come mai ciò è avvenuto? Secondo gli scienziati le acque dell’Antartico oggi ospitano più cibo rispetto al passato grazie all’innalzamento delle temperature, così le orche possono trovare banchetti pronti ovunque vanno. Ma questo adattamento ha un costo.

In particolare questi animali pare che abbiano imparato a “cambiare la pelle”, come i serpenti, in modo da perderne uno strato quando vanno verso i luoghi più caldi, e quando questo si rigenera, tornare a Sud, nelle acque più fredde. Si tratta della prima migrazione di orche mai osservata.

Per il loro studio, i ricercatori hanno attaccato su 12 orche altrettanti dispositivi GPS per seguire i loro tracciati, e così hanno notato che alcuni animali hanno viaggiato verso Nord in direzione dell’Oceano Atlantico e al largo del Sudamerica, altri invece sono rimasti nella zona. Le orche che si sono spostate sono passate da una temperatura di 1,9° C. a 24,2°, uno sbalzo termico pauroso che ben pochi animali marini possono reggere.

Secondo Durban questi animali compiono il viaggio una volta l’anno per “necessità personali”, e queste possono essere identificate con la necessità di cambiar pelle. Probabilmente un altro segnale dei cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo la vita marina.

[Fonte: Livescience]