Come abbiamo visto di recente in occasione dell’uragano Sandy, si è avverata una previsione gli scienziati fanno da anni, e che noi da anni tentiamo di diffondere in tutto il mondo, purtroppo abbastanza inutilmente: i cambiamenti climatici hanno un effetto direttamente sulla salute umana. La devastazione portata dal più grande uragano della storia della East Coast americana è stata incrementata dalle condizioni estreme del clima. Purtroppo non è l’unica conseguenza a cui assisteremo nei prossimi anni.
Lo denuncia direttamente l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha recentemente pubblicato l’Atlante della Salute e del Clima congiuntamente con l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO). Sintetizzando il pensiero comunicato nel libro, siccità, inondazioni e cicloni influiranno sulla salute di milioni di persone ogni anno. La variabilità del clima e le condizioni estreme come le inondazioni possono scatenare epidemie di malattie come la diarrea, la malaria, la febbre dengue e la meningite, che causano morte e sofferenza per milioni di persone. A supporto delle sue tesi l’Atlante fornisce esempi concreti di come l’uso delle informazioni climatiche e metereologiche sia in grado di proteggere la salute pubblica puntando sulla prevenzione.
Purtroppo fino ad oggi i servizi climatici sono stati una risorsa sottoutilizzata. Gli scienziati che si occupano di previsioni sui cambiamenti climatici e le organizzazioni umanitarie potrebbero collaborare per evitare le epidemie, specialmente nelle zone povere ad alto rischio, e magari riducendo il numero di vittime per gli eventi naturali. Un esempio su tutti può essere il fenomeno dei periodi di caldo estremo che sono passati da una volta ogni 20 anni ad una ogni 3-5 anni, e che può mettere in pericolo decine di milioni di persone in tutto il mondo. Per non parlare del degrado ambientale dovuto alle carenze dei servizi igienico sanitari e delle infrastrutture che già da soli provocano migliaia di decessi ogni anno. Nei prossimi giorni le Nazioni Unite prenderanno in considerazione il rapporto e stabiliranno il piano per contrastare tale fenomeno.
[Fonte: OMS]
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