Fino ad oggi in molti facevano finta di nulla riguardo ai cambiamenti climatici, perché gli effetti peggiori si stavano notando sulle isole oceaniche e nei Paesi africani più poveri. Come si dice, lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Ma probabilmente questo ragionamento non si potrà fare più.
L’Agenzia europea dell’Ambiente ha fotografato la situazione ambientale del Continente, e non c’è di che stare allegri: tra animali che stanno sparendo, riscaldamento climatico e sovrasfruttamento delle risorse, l’Europa rischia di collassare su sé stessa. Il rapporto “Segnali Ambientali 2010” redatto da una serie di esperti del territorio di diversi Paesi europei è stato presentato sabato, e non è per nulla incoraggiante. Dopo il salto i dettagli.
Uno dei punti più preoccupanti è la carenza d’acqua. Se in pianura i cambiamenti climatici si avvertono meno e sono meno frequenti, sulle Alpi, le quali forniscono il 40% d’acqua dolce di tutto il Continente, si sentono ad ogni cambio di stagione. La temperatura media negli ultimi 100 anni è salita di 2 gradi, portando ad un conseguente ritiro dei ghiacciai.
Ma ci sono anche le emissioni, derivanti dalla deforestazione e dal degrado del suolo, che emettono all’incirca ogni anno quanto 100 milioni di auto. In particolare ad esserne colpita è l’Europa meridionale (Italia, Grecia, Portogallo, Spagna e Sud della Francia), a cui si aggiungono le alluvioni e le frane che tristemente stiamo verificando nelle ultime settimane.
Ma c’è anche un cattivo impatto sulla fauna. La popolazione di farfalle si è già ridotta del 60%, quella delle api si è addirittura estinta in alcune regioni a causa dell’uso eccessivo di pesticidi, ma anche per la presenza di acari e malattie, mentre per quanto riguarda la fauna ittica, si stima che il 90% degli stock sono sovrasfruttati, portando ad una costante riduzione dei pesci, ad un cambiamento della migrazione (arrivano sempre più specie invasive come le meduse a causa del riscaldamento dell’acqua, che non sono commestibili per l’uomo), ed un crollo della produzione, tanto da rendere necessaria l’importazione di due terzi del pesce dall’estero, in special modo dall’Asia. Ora che i primi risultati del riscaldamento globale cominciano a farsi sentire, speriamo che qualche contromisura in più possa venir presa.
Fonte: [Ansa]