Una lotta senza quartiere ai sacchetti di plastica non biodegradabili, quella ingaggiata dal comune di Torino che mira alla progressiva messa al bando delle buste della spesa in polietilene. Dopo l’approvazione della delibera che mette al bando gli shopper di nylon, e che anticipa le direttive europee, il capoluogo piemontese ha modificato il regolamento di polizia urbana, introducendo pesanti sanzioni per venditori ambulanti, negozi e supermercati che si ostinano a utilizzare o anche solo a tenere vicino alla cassa gli shopper tradizionali. La multa da pagare va dai 25 ai 250 euro ed è prevista per chiunque distribuisca ai clienti
sacchetti che non corrispondano ai criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario.
Vale a dire sacchetti in polietilene, che impiegano ben dieci anni a degradarsi, a differenza delle buste bio che impiegano tra i 12 ed i 18 mesi. Ad avanzare la proposta di modifica del regolamento gli assessori Domenico Mangone (Polizia municipale), Roberto Tricarico (Ambiente), e Alessandro Altamura (Commercio). Le scorte di shopper in magazzino potranno comunque essere utilizzate fino ad esaurimento. L’obiettivo non è certo infatti fare cassa, stando alle parole dello stesso Tricarico:
Non c’è nessuna intenzione di partire con le multe a raffica da quando si è iniziato a discutere di buste bio molti supermercati si sono adeguati spontaneamente, così come diversi esercenti, ambulanti compresi.
Quella di multare chi non si adegua è una misura concreta per arrivare alla progressiva scomparsa delle buste di plastica non biodegradabili all’interno dei confini della città. Concreta quanto necessaria:
Una norma chiara che preveda una sanzione è necessaria.
Chissà come la prenderanno i produttori di shopper tradizionali. Non è escluso che potrebbero ricorrere al Tar, per impugnare la delibera e la modifica del regolamento, dal momento che i termini di recepimento della direttiva europea sono slittati. Tricarico si mostra tuttavia fiducioso a riguardo:
Potrebbe accadere ma siamo pronti a sostenere che, al di fuori della direttiva Ue, i Comuni hanno piena autonomia di decisione su questa materia all’interno del proprio territorio.
Per darvi un’idea dell’impatto positivo sull’ambiente che potrebbe avere la messa al bando dei sacchetti plastificati in tutte le città italiane, è sufficiente dare un’occhiata a queste cifre: in Italia, nel processo produttivo delle buste di plastica, si impiegano ben 260 mila tonnellate di polietilene ottenute da 27 milioni di barili di petrolio. Meglio dotarsi di borse della spesa riutilizzabili. Comode, resistenti, economiche e soprattutto ecologiche.
[Fonte: Repubblica]
niko78 5 Agosto 2010 il 1:28 pm
Ho trovato un’azienda spettacolare che produce tutti i tipi di shopper, dalla carta alla plastica al biodegradabile! Si chiama Plast Idea e ha la sede a Roma http://www.plastidea.com
Ho comprato online delle buste “generiche” e ora ho prenotato quelle stampate per Settembre
Paola Pagliaro 5 Agosto 2010 il 3:21 pm
grazie per la segnalazione Niko 🙂
mp57 15 Ottobre 2010 il 8:50 am
Tutti sono ambientalisti.ecologisti.Ma vi siete informati sulle caratteristiche che ha uno shoppers biodegradabile / compostabile?
Che se lo si abbandona nell’ambiente,ci impiega dai 15/20 anni per biodegradarsi (forse).
Perchè svolga le sue funzioni di biodegradabile/compostabile,lo shoppers una volta utilizzato deve esser gettato nel cestino del rifiuto umido ed esser avviato al compostaggio industriale.
Allora che significato ha utilizzare questo shoppers al posto di quello tradizionale,tanto che non possono essere abbandonati in giro?
Solo BUSINESS O IGNORANZA???
VINCE 1 Dicembre 2010 il 5:28 pm
Come la mettiamo con le buste in plastica che confezionano qualsiasi prodotto? Nel mio caso che sono un commerciante ambulante di Abbigliamento sarò costretto a dare ai clienti una borsa biodegradabile o in carta con dentro magari quattro o cinque capi ben confezionati in buste di plastica.
Vorrei sapere chi è l’autore di questa norma così assurda la cui stupidità supera quella di colui che l’ha inventata!
Paola Pagliaro 1 Dicembre 2010 il 6:25 pm
Al momento credo si punti a diminuire le buste di plastica della spesa nei supermercati, dove c’è il maggior dispendio… sarebbe già un ottimo risultato. D’altra parte hai ragione anche tu, la problematica che sollevi evidenzia una contraddizione palese… mi informerò se è prevista una norma anche per i produttori di confezioni di capi d’abbigliamento.
azeta srl 17 Gennaio 2011 il 3:11 pm
Finalmente aboliti i sacchetti di polietilene;non tanto per il polietilene in sé per sé,ma perché li si trovano in tutti gli angoli della terra e,sopratutto, nel mare,non solo sporcando ,ma mettendo in serio pericolo e le piccole imbarcazioni(quando si impigliano nell’elica)e la vita della fauna marina.
Ma ugualmente da abolire,anche se meno dannosi, sarebbero sia i sacchetti biodegradabili sia i sacchetti di carta,poiché le persone li abbandonano ugualmente in ogni angolo ed in mare;è vero che li vedremo in giro per un tempo minore,ma sempre di spettacolo orripilante dobbiamo parlòare e sempre questo spettacolo vedremo.
L’unica soluzione è e rimane l’utilizzo delle borse per la spesa(sia quelle in cotone che quelle in materiale plastico riciclabile e degradabile),che possono essere riutilizzate innumerevoli volte,perché robuste,perché pratiche, perché,in taluni casi,anche eleganti e piacevoli da portare.
Questa e solo questa può essere la soluzione definitiva al problema di salvaguardare l’ambiente dall’invasione dei sacchetti usa e getta,di qualunque ateriale essi siano composti..E’ da anni che noi combattiamo,da soli,questa battaglia,quando cerchiamo di convincere i commercianti,a qualsiasi livello, che i clienti volentieri spenderebbero una parte dl costo per queste borse,e sarebbero grati a chi le fornisce loro,perché tutti amiamo la salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo.