Se non vi spaventa il fatto che le temperature più alte possano portare siccità, incendi e innalzamento del livello dei mari, forse può farlo la prospettiva che un domani, se non voi i vostri figli sicuramente, non potranno avere davanti un bel piatto di pasta o addentare una pizza fumante. Il motivo? Le coltivazioni di frumento si stanno riducendo in tutto il mondo. Non per un capriccio dell’uomo, ma perché la temperatura globale si è sollevata talmente tanto (e lo farà ancora di più in futuro) da rendere quasi impossibile coltivarlo.
L’allarme lo lancia oggi il Centro per la sicurezza alimentare e l’ambiente dell’Università di Stanford, anche se noi lo raccontiamo su queste pagine da anni, e parte dal dato più evidente: quest’anno per il Midwest americano è stato l’anno più secco di sempre. Sono crollate un po’ tutte le coltivazioni, e ciò che più spaventa è che le prospettive per il futuro non sono migliori. Anzi, probabilmente saranno peggiori.
Negli ultimi 50 anni, spiegano da Stanford, le temperature globali sono aumentate di circa mezzo grado. Questo ha comportato un calo del 5,5% della produzione di frumento. Come abbiamo visto in passato però, il fenomeno non è costante ma, come una valanga, aumenta man mano che passa il tempo. Di qui al 2050 si prospetta un incremento delle temperature non di un altro mezzo grado ma di più, 2-3 gradi, forse anche di più a seconda dei vari scenari, che potrebbe mettere in serio pericolo la produzione di frumento non solo negli Usa, ma anche in Cina, in India, in Australia ed in parte dell’Europa.
Le speranze che ciò possa essere evitato al momento sono due: modifiche genetiche del frumento, ma questa è sempre un’incognita, oppure trasferire le coltivazioni nella parte Nord del mondo, e cioè spostare ad esempio le coltivazioni dal Mediterraneo alla Scandinavia, che nel frattempo sarà diventata calda. Un azzardo che avremmo potuto evitare se avessimo smesso di inquinare.
[Fonte: Corriere della Sera]
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