Nelle sfilate di moda che si stanno svolgendo in questi giorni a Roma, AltaRoma AltaModa, trionfa il Green, con le creazioni degli ecostilisti inglesi che puntano su tessuti organici, scarpe vegane e abiti ecosostenibili. Il loro motto è
Green is the new black.
non inteso come colore verde, ma come moda che sostiene e rispetta l’ecologia e l’ambiente. Difatti gli stilisti inglesi utilizzano materiali riciclati, fibre e tinte naturali, dando vita a modelli originali, meravigliosi e…ecocompatibili.
Gli ecostilisti hanno preso a modello la designer Stella McCartney, la prima ad aver prestato attenzione all’ecologia e al rispetto ambientale, utilizzando tessuti naturali e bandendo pelli animali. A Londra si sta diffondendo il fenomeno dell’Estethica (Etica + Estetica) che vede un valido sostegno nel British Fashion Council, il più importante organismo inglese di promozione della moda sul mercato globale. L’iniziativa della moda ecologica è nata sette anni fa in Gran Bretagna ed oggi unisce 28 designer, tra cui THTC che dal 1999 produce solo tessuti in canapa e in cotone organico, ad impatto zero, tinti con inchiostri ad acqua. La loro ultima creazione ha visto il sostegno della società di riciclaggio My Only One che ha fornito tute e t-shirt di canapa vecchie per la realizzazione di nuovi modelli ecologici.
Altre aziende di moda sostenitrici della filosofia Green, etichettate RE: Made in the UK, sono Enamore, grande produttrice di biancheria intima in jersey di bamboo, in stile retrò anni ’50; Beyond Skin che realizza scarpe vegane, ossia realizzate con materiali di origine vegetale, raccolti il più vicino possibile allo stabilimento, per evitare spostamenti di vetture e dunque emissioni di Co2. Anche Terra Plana produce scarpe ecosostenibili, ma consiglia vivamente ai suoi clienti di andare scalzi, indossando la sola eco- essenza della calzatura (a piedi nudi, per intenderci). Vi è poi Davina Hawthorne che cuce a mano abiti eleganti con tanto di merletti e pizzi, tutti rigorosamente riciclati o provenienti da scampoli di magazzino. La società Worn Again, come si può intuire dal nome, utilizza scarti di aziende tessili per creare i suoi modelli. Infine il gruppo Elvis & Kresse che produce borse e accessori fatti con tubi di idranti non più usati da 30 anni, di cui il 50% proviene da associazioni benefiche che raccolgono rifiuti.
E cosa accede in Italia? Pian piano la moda ecologica sta facendo capolino nel nostro Paese, negli stabilimenti di Biella, dove il 97% dei processi di lavorazione ha impatto zero, e a Prato dove viene prodotta lana cardata riciclata, un grande sollievo per l’ambiente e per la nostra salute. Si stima difatti che l’uso di 20.000 tonnellate di fibre rigenerate permette un risparmio di 60 milioni di kw di energia, 500 mila metri cubi di acqua e 300 tonnellate di coloranti. Vi sembra poco?
[Fonte: La Stampa]
Foto: hoymujer]
Susana 1 Marzo 2017 il 3:05 am
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