Un telefonino senza batteria è solo un grumo morto di metallo e silicio. Più o meno allo stesso modo, molti esperti ritengono che una rete elettrica senza accumulo di energia sarà per sempre solo un mucchio di fili inutili.
Ecco perché PG & E, un’azienda che si occupa di rinnovabili, la scorsa settimana ha presentato una richiesta di finanziamento per studiare la fattibilità della costruzione di un nuovo importante “accumulatore di pompaggio idrico” nel bacino del fiume Mokelumne nella Amador County. L’impianto, una volta costruito, fornirebbe energia a sufficienza per appianare le fluttuazioni dell’energia eolica e solare, sostenendo così l’ambizioso obiettivo della California di fornire un terzo dell’elettricità allo Stato dalle rinnovabili entro il 2020.
Il vento può soffiare con forza per ore, ma anche essere assente per giorni; i moduli solari possono ottenere tantissima energia quando c’è bel tempo, ma bloccarsi quando è nuvoloso per giorni interi. Poiché i clienti non vogliono che le loro luci si spengano all’improvviso quando il tempo cambia, l’idea è di immagazzinare energia da convogliare in generatori alimentati dai combustibili fossili che entrerebbero in funzione non appena la richiesta di energia supera l’offerta.
Per raggiungere questo obiettivo si richiede un grosso investimento in nuovi impianti di riserva di gas naturale. L’utilizzo di accumulatori di energia offre “benefici economici e ambientali multeplici”, secondo un rapporto recente dalla California Public Utilities Commission. Grazie alla tecnica
con le intermittenti energie rinnovabili, lo Stato può ridurre le emissioni di gas a effetto serra derivante dalla produzione di energia elettrica basata sul carbonio, evitare la necessità di costruire costose nuove linee di trasmissione e centrali elettriche per soddisfare i picchi di domanda di energia, aumentare l’affidabilità del sistema e generare delle attività economiche attraverso la produzione ed il funzionamento di queste tecnologie.
Le soluzioni tecnologiche prese in considerazione includono batterie, volani, ultracapacitori, aria compressa e pompaggio idroelettrico. PG & E sta seriamente prendendo in considerazione la batteria e lo stoccaggio ad aria compressa, ed ha individuato come impianto di pompaggio una vecchia struttura della Contea di Fresno risalente al 1980.
Il pompaggio idroelettrico è particolarmente adatto ad applicazioni su larga scala. Si avvale di due serbatoi d’acqua a quote diverse. Quando i clienti hanno bisogno di più energia, viene rilasciata l’acqua dal serbatoio più alto, la quale corre attraverso una turbina per generare energia idroelettrica pulita. Quando la domanda cala, il surplus di potenza rimanente viene utilizzato per pompare l’acqua dal serbatoio posteriore inferiore a quello superiore, per poterla riutilizzare in futuro. Il segretario americano all’Energia Steven Chu ha chiamato questa tecnica un “sistema potenzialmente perfetto” per integrare l’utilizzo delle energie rinnovabili.
L’impianto che PG & E sta studiando si spera possa raggiungere una capacità da 400 MW a 1.200 MW, circa lo stesso risultato di due centrali elettriche classiche di medie dimensioni, con la differenza che stavolta non si emette nemmeno un grammo di CO2.
Fonte: [Next100]