Il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo ha preso parte alla due giorni di negoziazioni, in UE, per mettere in pratica una riforma della pesca a livello europeo che garantisca maggiore sostenibilità ambientale contro la pesca eccessiva finora praticata. Il ministro si è detto alquanto soddisfatto dall’esito degli incontri.
Il nuovo ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, di ritorno dall’importante incontro europeo per la definizione della riforma sulla pesca che dovrebbe apportare buone migliorie all’attuale quadro legislativo, ha commentato diffusamente i negoziati.
A suo tempo vi avevamo parlato di questa fondamentale riforma della pesca, che in teoria dovrebbe finalmente spingere l’Europa verso la sostenibilità, abbandonando la pesca eccessiva che l’ha caratterizzata negli ultimi anni. Il ministro si è detto soddisfatto in quanto
sono stati confermati i margini di flessibilità necessari per conseguire, assieme all’obiettivo di sostenibilità ambientale, anche la praticabilità delle nuove regole.
L’obiettivo di tutti è quello di far sì che la riforma entri in vigore a partire dal primo gennaio 2014. Il ministro De Girolamo, comunque, ha spinto nelle sue dichiarazioni forse più sul ruolo giocato dall’Italia nei negoziati che sulla riforma di per sé.
L’Italia ha svolto un ruolo particolarmente attivo durante il negoziato e gli obiettivi che ci siamo fissati come sistema Paese, in questa fase, sono stati raggiunti.
Ha dichiarato il ministro, che ha poi così spiegato la volontà di rilanciare una collaborazione specifica tra gli stati del Mediterraneo:
ho voluto incontrare i miei colleghi dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per rilanciare l’azione comune in vista dei prossimi appuntamenti che interessano la pesca, primo tra tutti, la riforma del Fondo europeo di settore. Credo molto nel rafforzamento di un asse mediterraneo all’interno del Consiglio Ue, per far valere compiutamente le posizioni e gli interessi dell’Italia.
Noi siamo convinti dell’importanza di questa riforma e speriamo che la sostenibilità, vero motore della proposta di riforma, resti, al di là dei dibattiti economici, sempre assolutamente centrale nello sviluppo concreto della riforma della pesca.
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