Una domanda è sorta spontanea nel momento in cui il nome di Andrea Orlando è stato fatto quando è stato annunciato il Ministro dell’Ambiente ed è stata: “ma chi è Andrea Orlando?” Domanda lecita visto che non sempre i ministri sono personaggi noti, specialmente quelli messi al Ministero dell’Ambiente che di solito ospita personalità che lavorano in sordina su tematiche che difficilmente sono note al grande pubblico. Ma questa domanda se la sono posti anche gli addetti ai lavori. Il motivo è uno solo: Andrea Orlando non si è mai occupato di ambiente.
Come abbiamo visto nel suo curriculum pubblicato ieri da Matteo, il neo ministro Orlando nella sua breve carriera (ha poco più di quarant’anni) si è occupato di sport, attività produttive, rapporti con gli enti locali e politici di vari gradi, nonché negli ultimi anni di Bilancio e Antimafia. È noto il suo impegno nella commissione Giustizia, ma nulla, nemmeno un risvolto del suo passato politico, è mai stato dedicato all’ambiente.
E allora perché è stato messo a capo di un dicastero così importante? Da inguaribile ottimista quale sono spero che sia perché, occupandosi di antimafia, sia stato messi lì per combattere le Ecomafie, come le principali associazioni del settore chiedono da anni. Ma poi sul mio lato ottimista prende il sopravvento quello realista e allora penso che sia stato fatto solo per un’abile mossa politica.
Come abbiamo visto infatti, negli ultimi giorni il Ministero dell’Ambiente non era mai stato considerato nel toto-nomi, e questo perché si pensava persino di “fonderlo” in quello dello Sviluppo Economico. In questo momento infatti le tematiche ambientali interessano poco, per non dire nulla, alla politica italiana, e la nomina di un ministro è legata solo alla crescente protesta delle associazioni che chiedevano un segnale forte in questo senso. E la nomina di un ministro avrebbe di certo aiutato. Non sapendo chi mettere (eppure i nomi spendibili c’erano, dal responsabile ambientale del PD Ermete Realacci ad un altro esponente di spicco del Partito Democratico, Laura Puppato, che è stata presidentessa del WWF), si è deciso di piazzare su quella poltrona una persona che non avrebbe fatto sentire più di tanto la sua voce, ma che avrebbe accontentato una corrente del partito, quella dei cosiddetti “giovani turchi”, la quale minacciava di non votare la fiducia ad un Governo di coalizione con Berlusconi. Mettendoci uno come Orlando che è uno dei principali esponenti di questa corrente, ora sarà difficile che la fiducia non venga votata.
Proprio nei giorni delle consultazioni il Premier Letta aveva detto ai grillini che aveva intenzione di fare ministri delle persone di esperienza che sapessero già far funzionare il ministero dal giorno successivo all’insediamento. Orlando, oltre a non essere mai stato ministro, non si è mai occupato di ambiente. E forse per il Governo Letta è un bene visto che, finché imparerà a muoversi, sarà già arrivato il momento di tornare a votare.
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