“Metti in luce Africa” è un’iniziativa che intende incentivare i finanziamenti in alcune aree rurali africane, inaugurando un fertile terreno di scambio tra Italia ed Africa basato sul commercio dei prodotti equosolidali e sullo sfruttamento delle energie rinnovabili.
Un investimento che colpirà positivamente l’economia locale: l’incentivazione aiuterà le realtà imprenditoriali indigene a risollevarsi e a costituirsi autonomamente.
Dal sole “africano” si potrà ricavare energia elettrica per fare luce, in senso lato, su molte zone buie dell’Africa.
Molti ragazzi africani che di giorno lavorano duramente fino al calar del sole, avranno così la possibilità di leggere, istruirsi, studiare grazie agli impianti di illuminazione che finalmente raggiungeranno anche le loro case.
Al momento il progetto coinvolge alcuni villaggi rurali del Ghana, Togo, Camerun e Madagascar.
- Aderisci nella quotidianità:
Sostenendo il protagonismo e l’integrazione dell’immigrazione.
Scegliendo ogni giorno azioni che rispettano l’ambiente e riducono l’inquinamento.
Facendo scelte di acquisto eque e solidali, in particolare acquistando i prodotti di Ghanacoop, frutta esotica e insalate di frutta della linea Solidafrica. - In Africa:
Adottando un villaggio africano regalandogli un impianto di energia rinnovabile da 2 megawatt.
Facendo una donazione sul conto corrente IBAN IT 79 S02008 12907 000041177409 – causale “Metti in luce l’Africa”.
sekhmeth 17 Giugno 2008 il 12:06 am
Bellissimo questo tema: metti in luce l’Africa. Sarebbe possibile veramente! Gli scienziati di tutta Europa, con a capo la Germania (capitale del fotovoltaico), sono concordi verso un progetto fattibilissimo, per la natura del terreno dove costruire questa MegaStruttura: il Sahara. Si tratterebbe di costruire una MegaCentrale Fotovoltaica (anzi, sterminata) grande quanto la Svizzera in pieno Sahara. Basterebbe a produrre energia in abbondanza per tutta l’Europa e più…La tecnologia c’è già, non servirebbero altri studi di ricerca, e i tempi esecutivi non sono proibitivi per nulla, i costi contenuti visto che è una tecnologia di semplice realizzazione e ormai utilizzata da decenni. Orami è solo questione di volontà politica (o dei detentori del monopolio del petrolio…)