Si è parlato tanto del meteorite che una decina di giorni fa è caduto in Russia provocando oltre mille feriti e danni per milioni di euro. In molti ci siamo domandati se c’era il rischio che un corpo simile potesse toccare anche l’Italia, e la risposta la fornisce oggi il professor Giuseppe Longo del dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna. Secondo il docente sarebbe bastato che il meteorite russo avesse avuto una traiettoria un po’ più elevata, o fosse entrato nell’atmosfera terrestre qualche ora dopo, per finire col disintegrarsi esattamente su Roma.
La traiettoria dell’enorme massa che si è frantumata sulla città di Chelyabinsk infatti sarebbe potuta continuare, e sulla sua strada avrebbe incontrato l’Italia. In quella precisa occasione, afferma Longo, il nostro Paese non ha corso pericoli, ma la prova che ce la siamo vista brutta è arrivata da un pezzo del meteorite che si è staccato dalla massa principale ed ha continuato la sua corsa ancora per qualche chilometro verso l’alto, andando poi a frantumarsi in una sorta di pioggia di sassi in cielo. Questo fenomeno è stato osservato anche dagli osservatori italiani, da quello di San Giovanni in Persiceto per la precisione, segno che era molto vicino a noi.
Ma com’è stato possibile che, con la tecnologia moderna, non sia stato previsto un fenomeno del genere? Spiega sempre il prof. Longo che le rilevazioni astronomiche moderne permettono di rilevare solo i meteoriti “preoccupanti”, cioè quelli di grandi dimensioni, e questo era relativamente piccolo (dai 2 ai 20 metri di diametro), ed inoltre era anche in direzione del sole e perciò non era semplice da vedere.
Con gli studi che procedono a velocità sostenuta però anche corpi celesti simili potranno essere individuati in futuro, e magari anche contrastati visto che se stavolta ci è andata bene visto che il meteorite è esploso ad una distanza di 35 km dalla Terra, sarebbe bastata un’esplosione più in basso, come accadde all’inizio del secolo scorso quando sulla Siberia un meteorite esplose a meno di 10 km di distanza, per causare disastri immani, simili a quelli della bomba atomica su Hiroshima.
[Fonte: Repubblica]
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