Mense verdi, che optano per cibi km zero e rigorosamente biologici. Vogliamo dedicare il nostro consueto appuntamento del fine settimana con l’alimentazione sostenibile, alla realtà virtuose del nostro Paese che hanno scelto di mangiare sostenibile nella pausa pranzo che si tratti di scuole piuttosto che di uffici. Lo facciamo pubblicando i dati, consolanti a dire il vero, per una volta, su quella che è la realtà della ristorazione collettiva green in Italia. Una fotografia scattata dalla Fiera Internazionale degli Acquisti Verdi, svoltasi lo scorso 6 e 7 ottobre alla Fiera di Cremona. A quanto pare, tra i Paesi europei, è proprio l’Italia a detenere il primato per le mense che utilizzano prodotti biologici. Un bel risultato, non c’è che dire, tradotto in cifre, sono un milione di pasti al giorno bio serviti nelle mense scolastiche, ovvero un quarto del fabbisogno complessivo giornaliero.
Dato molto interessante e che d’altra parte, malgrado la crisi in atto, emerge da molte altre ricerche nel settore alimentare, è che per mangiare sano e bene si è disposti a spendere di più. Le mamme italiane, ad esempio, mediamente, rispetto a quelle tedesche, sborsano 5 euro a pasto per i loro figli a fronte dei due euro per la mensa che si pagano mediamente in Germania. Le scelte sostenibili ora saranno regolate dai criteri ambientali minimi adottati dagli enti che usufruiscono dei servizi e da chi li eroga. Come ci spiega Ilario Perotto, presidente ANGEM-Associazione nazionale della ristorazione collettiva:
Si tratta di un cambiamento epocale, non immediato né facile. La ristorazione collettiva vuole cambiare rotta, ma ci sono alcuni problemi che devono essere superati. Le aziende si trovano a dover fare i conti con nuove procedure, costi ulteriori, a volte difficile reperibilità dei prodotti e degli approvvigionamenti in generale.
Che non sarà facile lo intuiamo anche dal dibattito che ha immediamente suscitato. C’è chi si chiede, pur plaudendo all’iniziativa, come ci si difenderà da quelle aziende che propongono prodotti verdi solo sulla carta. Spiega a tal proposito Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero&Mielizia:
Il decreto rappresenta un grande successo, ci porta in avanti come Stato. Ma riusciremo ad applicarlo concretamente? In tanti considerano il biologico solo un’occasione di guadagno, essendo diventato il biologico, non solo in Italia ma nel mondo, una fetta di mercato importante. E in un ambito come quello delle mense e del catering, in cui non hanno valore la marca e il nome del produttore, spesso sono i furbi a essere premiati rispetto a chi opera secondo le regole. Per riconoscere il vero biologico c’è allora bisogno di maggiori controlli, non essendo sufficienti quelli degli organismi di certificazione. Attenzione poi a quei prodotti che costeranno troppo poco o che hanno una filiera molto lunga.
Maryjo 1 Marzo 2017 il 1:25 am
excellent post, very informative. I ponder why the
opposite experts of this sector do not understand this.
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