Le meduse sono tra le preoccupazioni maggiori degli italiani al mare, lo rivela un’indagine compiuta resentemente da Ipr Marketing, per questo oggi ci occupiamo di questi animali planctonici della famiglia degli Cnidari.
Vediamo quali sono le specie più diffuse nei nostri mari, quali le più urticanti e soprattutto cerchiamo di capire quali rimedi sono davvero efficaci se si viene punti dalle meduse.
Le meduse hanno il corpo composto per il 98% di acqua, genericamente hanno la forma di un polipo rovesciato. La parte superiore convessa è chiamata esombrella, mentre quella inferiore concava è detta subombrella. E’ in questa zona che si trova la bocca dell’animale, collegata alla cavità gastrovascolare attraverso una struttura di forma tubolare, chiamata manubrium. Dal margine inferiore della subombrella si propagano i tentacoli di difesa, urticanti anche per l’uomo. I tentacoli sono formati da cellule, chiamate cnidociti, che sono urticanti per una sola volta, questo vuol dire che si devono rigenerare continuamente. La cellule si attivano quando la medusa viene toccata e rilasciano un liquido urticante che uccide le prede per shock anafilattico. Il premio Nobel Charles Richet ha individuato le tre proteine contenute nel liquido urticante: l’ipnotossina che ha effetto anestetico, paralizzante; la talassina che ha un comportamento allergenico e produce infiammazione; la congestina che paralizza l’apparato respiratorio e circolatorio.
Non tutte le meduse sono urticanti, ma alcune sono particolarmente pericolose per l’uomo, come la Chironex fleckeri, detta anche vespa di mare. Queste meduse vivono nelle aree del Sud-est asiatico, nel Golfo del Messico e in Oceania. Le meduse presenti nel Mediterraneo sono la Pelagia, la Cotylorhiza e la Rizostoma, la più grande, che può raggiungere i 60 cm di diametro. La Pelagia è anche detta la medusa luminosa perché al buio è fluorescente, misura circa 10 cm di diametro ed è abbastanza pericolosa perché si presenta spesso in branchi di centinaia di esemplari. La medusa Cotylorhiza ha invece la forma di disco e anche i suoi tentacoli terminano con piccoli dischi. Queste meduse non sono mai così dannose, esse creano per lo più una reazione infiammatoria caratterizzata da eritema, gonfiore, vescicole e intenso prurito. Quando si viene punti occorre rimanere calmi, respirare normalmente ed uscire fuori dall’acqua, e lavare la parte colpita con acqua di mare, per diluire la tossina non ancora penetrata.
I rimedi più comuni, come strofinare sabbia calda, una pietra, oppure applicare ammoniaca o urina, o alcool non servono a nulla anzi, nella maggior parte dei casi possono peggiorare l’infiammazione. Difatti per annullare il potere del liquido urticante delle meduse bisognerebbe raggiungere una temperatura di 40-50 gradi, per cui strofinare una pietra o la sabbia calda non è utile; l’ammoniaca, l’urina e l’alcool non sono disattivanti la tossina delle meduse, per cui anche in questo caso sono inefficaci. Uno dei rimedi per avere un’immediata azione antibruciore e per bloccare la diffusione delle tessine, è l’applicazione di un gel astringente al cloruro d’alluminio, che si può richiedere in farmacia. Anche le creme al cortisone o contenenti antistaminico sono efficaci, ma entrano in azione solo dopo circa 30 minuti dall’applicazione e cioè quando la reazione si esaurisce naturalmente. Infine, per evitare che nella parte colpita rimangano delle cicatrici, si deve evitare di prendere il sole e tenere la parte coperta per almeno due settimane. Diffidate infine delle creme anti-medusa, contengono estratto derivati dal pesce pagliaccio che è dotato di una sostanza repellente per le meduse, ma la sua efficacia non è confermata sull’uomo.
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