Il mese di marzo appena trascorso in Europa ha evidenziato una marcata anomalia a livello climatico, con la contestuale registrazione di record di caldo, piovosità estrema nel Meridione e in Norvegia, e siccità persistente nell’Europa settentrionale e in Gran Bretagna.

Riscontri sui dati relativi a marzo: caldo evidente
I dati a riguardo sono stati forniti come sempre da Copernicus, il sistema europeo di monitoraggio ambientale, evidenziando questa combinazione di eventi a un riscaldamento globale che continua ad essere molto intenso. Tale fenomeno è presente con insistenza nonostante ormai più di un anno fa sia avvenuta la transizione dalla fase calda del Niño alla sua controparte fredda, la Niña.
A livello globale, il marzo 2025 si è attestato come il secondo più caldo dall’inizio dell’era industriale, superato marginalmente (di soli 0,08 gradi) dal precedente primato del 2024, che ha consacrato quest’ultimo come l’anno più caldo mai registrato. Prendendo come riferimento la media del periodo 1850-1900, Copernicus evidenzia un incremento medio della temperatura globale per il mese di marzo pari a 1,6 gradi Celsius.
Un dato particolarmente allarmante emerge dall’analisi degli ultimi 21 mesi, durante i quali la soglia critica di 1,5 gradi di riscaldamento, indicata dagli accordi di Parigi come limite per evitare gli impatti più severi del cambiamento climatico, è stata superata in ben 20 occasioni. Uno scenario che ha generato in Europa degli eventi meteorologici opposti e chiaramente problematici.
La penisola iberica e la Grecia sono state colpite da intense precipitazioni e conseguenti inondazioni, causando disagi e danni significativi. Al contrario, l’Europa settentrionale, in particolare Germania e Svezia, unitamente alla Turchia, si trovano ad affrontare il rischio concreto di una prolungata siccità estiva, in seguito a un periodo invernale caratterizzato da una marcata carenza di precipitazioni. Preoccupa davvero tanto quanto sta accadendo nella regione artica, dove continua ad esserci con insistenza perdita di massa glaciale.
Marzo, tradizionalmente il mese di massima estensione della banchisa al termine della stagione invernale, ha registrato quest’anno un minimo storico negli ultimi 47 anni, con una riduzione del 6% rispetto alla media di riferimento. Questo rappresenta il quarto mese consecutivo in cui la copertura nevosa del Polo Nord segna un record negativo. Il riscaldamento globale crea problematiche anche agli oceani.
Marzo 2025 si è classificato come il secondo più caldo per le acque oceaniche a livello globale, preceduto unicamente dall’anno precedente. Il Mar Mediterraneo, tuttavia, continua a distinguersi per temperature superiori alla media globale, un fenomeno che accresce il rischio di formazione di temporali di intensità maggiore rispetto al passato, con potenziali conseguenze significative per le regioni costiere. Situazioni che spingono ad intervenire quanto prima per arrestare tutti questi fenomeni dettati dal cambiamento climatico.