E’ passata quasi una settimana dalla fuoriuscita di petrolio dall’oleodotto della ExxonMobil nel fiume Yellowstone, e come già avvenuto per la più famosa marea nera del Golfo del Messico, le operazioni di bonifica ambientale vanno a rilento. La stima della perdita di petrolio si è attestata sui 160 mila litri, dunque è stata confermata quella iniziale. Il problema è che sono i soccorsi nel fiume che attraversa il parco che porta lo stesso nome, ad essere stati troppo ottimistici.
I primi rapporti parlavano di una diffusione del petrolio fino a circa 10 miglia (16 km) lungo il fiume, ma i rapporti più recenti hanno accertato che le chiazze hanno raggiunto le 150 miglia (oltre 240 km), con una velocità di viaggio pari a 8-11 km all’ora. Anche se, ovviamente, non si può paragonare ad altre fuoriuscite più gravi della storia, va considerato che gli effetti negativi sulla fauna selvatica e le piante non sono mancati.
Le foto che troverete a fine articolo sono solo alcune di quelle scattate da Alexis Bognofsky della National Wildlife Federation, il quale ha fornito il suo resoconto in prima persona alla stampa. Secondo il suo racconto, il petrolio aveva alzato il livello delle acque fino a comportare inondazioni di oltre mezzo metro nei pascoli. Dappertutto c’era un fortissimo odore di idrocarburi, e l’aspetto che più l’ha fatto rabbrividire è che le autorità si sono dimostrate completamente disorganizzate.
Ci lamentiamo molto dell’Italia, ma leggete il suo racconto:
Ho passato tutta la giornata di ieri chiamando il Dipartimento di Qualità Ambientale del Montana, che mi ha detto di chiamare il Dipartimento dei Servizi di Emergenza locale. Quando ho chiamato il DES, una segreteria telefonica mi ha riferito che il personale era in vacanza. Mi è stato detto più volte di chiamare un numero verde della Exxon dove i centralinisti mi rispondevano che non sapevano nulla della pulizia, se il petrolio fosse pericoloso e che cosa stava succedendo. Erano lì solo per “prendere le nostre informazioni”. Ho visto uccelli cercare di decollare, ma non potevano a causa del petrolio sulle ali. Ho visto una tartaruga nuotare in una bolla di petrolio.
Tutto questo solo per dare un’idea di ciò che sta accadendo in quel posto. Secondo la dichiarazione più recente della ExxonMobil sulla pulizia in corso, circa 150 persone sono direttamente coinvolte sulle sponde dello Yellowstone, con più di 14.000 metri di materiale assorbente e 670 metri di materiale di contenimento. L’impressione è che per la pulizia di uno dei posti più delicati della Terra ci vorrà ancora molto tempo.
[Fonte: Treehugger]
Commenti (2)