Nel giorno in cui Barack Obama annuncia che le nuove trivellazioni petrolifere verranno permesse solo con la piena certezza che non ci saranno nuovi disastri (e a questo punto non dovrebbe permetterle mai), la BP annuncia di ridimensionare le stime sul recupero delle perdite del petrolio, aggravando ancor di più la situazione.
La società inglese ha drasticamente ridotto le sue stime di quanto petrolio è stato recuperato ogni giorno dalla piattaforma nel Golfo del Messico attraverso il tubo a sifone di oltre 1.500 metri di lunghezza, il quale sembrava potesse risolvere il problema. Il petrolio recuperato è stato 2.010 barili (319.500 litri) al giorno durante i sei giorni precedenti al 23 maggio, meno della metà rispetto ai 5.000 barili (795.000 litri) al giorno che la società stimava di poter recuperare. A volte il recupero è stato ancora minore, intorno ai 1.360 barili al giorno (216.200 litri).
Il gruppo petrolifero ritiene che circa 5.000 barili vengono persi ogni giorno, anche se alcuni esperti hanno dato stime notevolmente più elevate. La stima più bassa è venuta da due membri di Gabinetto del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama inviati sulla costa del Golfo per mettere pressione alla BP, nella speranza di evitare una catastrofe ambientale.
La società sta preparando nuove misure per cercare di fermare il torrente di petrolio che sgorga dalle falle apertesi il 20 aprile scorso, anche se ancora nessuna delle idee pare essere sufficiente. Nel frattempo il petrolio continua ad uscire ed il disastro, soprannominato da qualcuno “la Katrina di Obama” acquisisce dimensioni sempre più grandi.
Lo sversamento ha sollevato questioni importanti circa la precedente proposta di Obama di espandere la perforazione in mare aperto come parte della strategia volta ad ottenere il sostegno repubblicano per la legislazione sul cambiamento climatico. Gli analisti dicono che il danno ecologico ed economico potrebbe anche diventare una responsabilità politica che peserà molto sulle spalle di Obama prima delle elezioni congressuali di novembre, e così, mentre in America si continua a parlare del danno economico e politico, il petrolio continua ad entrare nella corrente del Golfo e diventa ogni giorno più ingestibile.
Fonte: [Enn]
alessio 24 Maggio 2010 il 1:09 pm
(e a questo punto non dovrebbe permetterle mai),
la nave di green peace va col gasolio derivato dal petrolio,le navi e gli aerei che traportano pezzi di pale eoliche o il silicio dei pannelli fotovoltaici ,l’ asfalto che deriva dal petrolio,le plastiche,gli oli ecc….