Ieri pomeriggio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è tornato in televisione per il discorso alla nazione in cui faceva il punto sulla situazione della marea nera. Purtroppo le notizie non erano buone: le prime stime sono state troppo ottimistiche e si è passati dai mille barili di petrolio persi ogni giorno ai 6.000, poi a 15 mila ed ora addirittura a 60 mila, per un valore di sette milioni e mezzo di litri di petrolio, quanto un disastro della Exxon Valdez ogni settimana.
Ma in tutto questo c’è anche l’altro lato della medaglia. Il disastro ecologico ha toccato le corde più insensibili dei fans del petrolio, almeno in America, ed ha permesso ad Obama di tornare su uno dei punti chiave della campagna elettorale che gli hanno permesso di arrivare dov’è oggi: le energie rinnovabili. Secondo l’inquilino della Casa Bianca, l’America deve puntare forte sulle rinnovabili per diminuire i costi monetari ed ambientali dei combustibili fossili.
Il futuro dell’energia pulita è adesso
ha tuonato Obama, che ha promesso di non voler lasciare le nuove generazioni in un mondo così sporco com’è quello di oggi. Il punto chiave di tutto il discorso si basa sul fatto che è inutile spendere un miliardo di dollari al giorno per rifornirsi di petrolio quando con il sole, il vento e tutte le altre forme di energia rinnovabile l’America (ma anche tutto il resto del mondo, aggiungiamo noi), può diventare energeticamente indipendente.
E’ adesso il momento di rimettere mano a quella legge sulle rinnovabili che aveva presentato nei primi giorni del mandato, ma travolto dalla crisi economica e dalla riforma sanitaria ha dovuto temporaneamente accantonare.
Per decenni abbiamo conosciuto i giorni del petrolio a buon mercato e facilmente accessibile. Per decenni, abbiamo parlato della necessità di porre fine alla dipendenza secolare dell’America dai combustibili fossili. E per decenni, non siamo riusciti ad agire con il senso di urgenza che questa sfida richiede. Di volta in volta, il percorso in avanti è stato bloccato, non solo dai lobbisti dell’industria petrolifera, ma anche da una mancanza di coraggio politico e candore.
Chissà che questa tragedia non abbia la forza di scatenare quel coraggio che è mancato in passato, e di cui c’è tanto bisogno oggi. La BP intanto ha annunciato di essere in grado di recuperare il 90% del petrolio che ogni giorno fuoriusce dalla falla della Deepwater Horizon, ma per tappare quel buco, ci vorrà ancora molto tempo.
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