Un’altra bugia si accumula alle tante già dette dalla BP. Mentre la compagnia petrolifera britannica annunciava al mondo che il tappo stava funzionando, ma la pressione sotto di esso si era inspiegabilmente ridotta, il Governo americano denunciava che una nuova falla si era aperta altrove. Ipotesi accolta come “probabile ma non certa” dalla compagnia, la quale ora si trova di fronte alla possibilità di una catastrofe ancora peggiore rispetto a quella precedente.
Secondo gli osservatori del Governo, c’è infatti il rischio che il pericoloso mix di metano e petrolio che prima uscivano dalla falla appena coperta creino più fori nel terreno da cui uscire. Per questo l’Ammiraglio Thad Allen, che rappresenta la Casa Bianca nella gestione della marea nera, ha chiesto che la falla appena chiusa venga riaperta.
L’obiettivo è di convogliare nuovamente la pressione verso il buco originale, in modo da evitare la formazione di tante ed ingestibili falle sulla superficie marina. All’una di stanotte (le due in Italia), l’ammiraglio Allen ha ordinato che la falla venisse riaperta, ma la risposta di Bob Dudley, direttore generale della BP, ancora non è arrivata.
Il piano iniziale era di ridurre la pressione tra qualche giorno inserendo un tubo nel tappo per aspirare il petrolio e convogliarlo in una nave, almeno finché non si fosse scavato un nuovo pozzo per riprendere l’attività, ma quest’altro incidente manda all’aria tutti i piani della BP, che ora evidentemente non sa più che pesci pigliare. Tutto questo avviene alla vigilia della prima visita a Washington del Primo Ministro britannico David Cameron da quando si è insediato al Governo. E’ previsto un incontro per domani con Barack Obama proprio per discutere di come affrontare la crisi della marea nera, e si intuisce sin da ora che non sarà una discussione molto serena. Secondo il Guardian c’è il rischio che la questione possa far iniziare con il piede sbagliato le relazioni tra i due uomini politici, e questo di certo non aiuterà a migliorare la situazione nel Golfo del Messico.
Fonti: [The Guardian; Corriere della Sera]
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