Legambiente ha pubblicato il dossier di Goletta Verde sulla situazione delle coste italiane, e i dati sono più che incoraggianti.
Negli ultimi mesi si è parlato spesso di marea nera nel Golfo del Messico, eppure anche in Italia ogni anno viaggiano su petroliere bel 178 milioni di greggio, destinate ai mercati di tutto il Mondo.
Nel nostro Paese sono oltre 343 milioni le tonnellate di prodotti petroliferi che tra raffinerie, grandi porti petroliferi e piattaforme di estrazione, interessano i nostri mari e la nostra salute. A questa cifra vanno aggiunte le tonnellate di petrolio ferme nei 482 depositi collocati presso le coste, che hanno in tutto una capacità di circa 18 milioni di metri cubi. La regione più interessata dall’oil-economia è la Sicilia, sul cui territorio sono installati 5 porti, 5 raffinerie, 4 piattaforme e passano oltre 123 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi ogni anno. I dati raccolti da Legambiente dicono che l’Italia
è una delle nazioni al Mondo più esposte al rischio di incidente ambientale connesso allo sversamento di petrolio e una conferma di questo è anche il primato, detenuto dal nostro Paese, del greggio versato nei principali incidenti degli ultimi 25 anni.
Nel dossier di Goletta Verde si legge difatti che dal 1985 ad oggi nei nostri mari sono finite 162.600 tonnellate di idrocarburi. Solo 134.000 tonnellate provengono dall’incidente della petroliera Haven, affondata nelle acque di Genova nel 1991. Al rischio spiaggiamento si aggiunge la mancanza di piani d’intervento locali per prevenire i rischi. Se per il 27% dei comuni costieri monitorati da Legambiente siano presenti infrastrutture per il trasporto, l’estrazione e la lavorazione del petrolio, e negli ultimi 5 anni il 18% di essi abbia subito spiaggiamenti, solo 1 comune su 5 ha provveduto alla tutela delle aree protette e sensibili, e solo il 15% di essi ha predisposto interventi di bonifica e rispristino delle aree costiere. Solamente il 16% dei comuni dispone di piani locali antinquinamento e solo il 13% vanta personale esperto in caso di tali emergenze.
Per far fronte a queste mancanze istituzionali Legambiente ha predisposto in collaborazione con la Protezione Civile, come già in passato, alla formazione di squadre di volontari specializzati, e a corsi di alta formazione per le Amministrazioni costiere. Inoltre assieme al Dipartimento della Protezione Civile e al Comando Generale della Capitaneria di Porto, verrà realizzato il primo manuale tecnico dedicato all’intervento e alla bonifica delle coste. Come ribadisce il Presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza,
I dati che abbiamo raccolto confermano la necessità di estendere la preparazione sul fronte dell’intervento in emergenza ma anche della prevenzione di questo tipo d’incidenti, che possono causare danni incalcolabili con conseguenze catastrofiche per gli ecosistemi marini e costieri e anche per le economie del mare.
Riferendosi in particolare al corretto smaltimento degli olii esausti, alla pratica di scarico delle acque di sentina e di lavaggio delle cisterne. Solo nel biennio 2008/2009 la Guardia Costiera ha svolto 15.517 missioni di vigilanza Antinquinamento.
[Fonte: Legambiente]
[Foto: gliitaliani]
Commenti (1)