Il sospetto lo avevamo tutti, ma ora questo è diventato una certezza. I cosiddetti “esperti” inviati a fare le valutazioni nel Golfo del Messico durante e dopo il disastro passato alla storia come la marea nera, hanno mentito all’opinione pubblica. Un po’ come ha fatto il Governo giapponese sull’esplosione della centrale nucleare di Fukushima, il tentativo di tranquillizzare la popolazione minimizzando i pericoli provenienti dalla dispersione del petrolio è venuto fuori.
A denunciare tutto è Greenpeace, i cui scienziati sono stati tenuti a debita distanza, finché hanno potuto, dagli agenti di sicurezza, ma che è stato in grado di “intercettare”, in stile Wikileaks, una gran mole di documenti scambiati tra il Governo statunitense e l’azienda responsabile, la britannica BP, dove veniva riportata la verità. Una verità che, ovviamente, è ben diversa da quella che le fonti ufficiali annunciavano ai media.
I documenti sono ora liberamente consultabili sul sito www.polluterwatch.com, aperto da Greenpeace e ricco di informazioni e prove che parlano di dati veri sul disastro. Il “polluter” (inquinatore) numero uno viene indicato in Jack Gerald, presidente e amministratore delegato dell’American Petroleum Institute, salito agli onori della cronaca per una frase che racchiude tutto il suo lavoro:
Non vogliamo che i critici conoscano i nostri piani.
Solo secondo, nella scala delle responsabilità, Tony Hayward, amministratore delegato di BP ai tempi della marea nera, poi dimessosi (o fatto dimettere). Ma tra i responsabili non mancano rappresentanti di Governo, delle istituzioni petrolifere ed energetiche americane e lobbisti, tutti uniti nel tentativo di non far insorgere la folla contro il petrolio.
Ammonta a qualcosa come 30 mila pagine (che aumentano di giorno in giorno) il volume di documenti scoperti e pubblicati da Greenpeace, a cui si aggiungono blog, compresi quelli della popolazione locale che vive ogni giorno il disastro ancora oggi, e video, che dimostrano le bugie del Governo, come la favoletta che il 75% del petrolio disperso durante la scorsa estate è stato assorbito. Come abbiamo potuto dimostrare anche su queste pagine, non è vero niente, gli animali continuano a morire e la pesca e il turismo sono ormai in ginocchio, insieme alla popolazione della costa.
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Polluter Watch
[Fonte: il Fatto Quotidiano]