Non ne va bene una, ed il disastro continua. I portavoce della BP cercano ancora una volta di cavarsela dicendo:
Top Kill ha fallito, passiamo al piano D.
Ma ormai nessuno più se la sente di dargli fiducia. Dopo il siringone e la cupola, nemmeno quest’altra operazione ha retto la pressione del petrolio, probabilmente peggiorando ancor di più la situazione, visto che erano stati iniettati 35 mila barili di fango e sostanze chimiche addensanti per ostruire il passaggio, ma ora queste ce le ritroviamo in mare, insieme alle altre migliaia di barili di petrolio che continuano inesorabili ad uscire.
Questo fantomatico “Piano D” è stato battezzato Lower Marine Riser Package, e si tratta di una specie di valvola più piccola da attaccare alla valvola originale che da aprile sta sputando milioni di litri di greggio collegarla ad un tubo e convogliare, in modo più stabile rispetto al tentativo precedente, tutto il petrolio in una nuova petroliera. Tra le tante soluzioni tentate, alla prima apparenza sembra che questa sia quella con meno probabilità di riuscita, ed infatti questa volta gli americani non si sono fatti incantare ed è scattata la protesta.
Migliaia di persone nei giorni scorsi, dallo Stato della Louisiana alla città di New York, sono scese in piazza per protestare nei diversi modi tra cui, quello più originale, dipingendosi il volto e il corpo di nero, come a simulare un bagno di petrolio. Il controammiraglio della Guardia Costiera, Mary Landry, si dice delusa dall’annuncio del fallimento di top kill, ma anche della nuova soluzione, e così la rabbia delle persone si riversa ancora una volta su Obama, il quale da parte sua non può far granché, se non minacciare provvedimenti anche penali nei confronti dell’azienda.
Ma la rabbia degli americani monta ancor di più da quando si è insinuato il sospetto che quelli della BP, non sapendo che pesci pigliare, abbiano organizzato dei soccorsi “finti”, cioè inventandosi strategie di facciata sin dal primo momento, per tener buono il Presidente e l’opinione pubblica, ma in realtà non sappiano nemmeno loro come fare per bloccare il disastro. Una nuova indagine è stata aperta su questo punto, e i danni che BP dovrà risarcire crescono di ora in ora.
limem 30 Maggio 2010 il 12:19 pm
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